Un bilancio a due facce (corriere.it)

di Sabino Cassese

La manovra

Numerosi i provvedimenti già adottati dal governo, alcuni nel segno della continuità e altri no. Si nota ancora la consueta insufficienza programmatica

Come si sta muovendo il governo guidato dalla destra? Qual è il bilancio della sua attività a un mese dal suo insediamento? Aperto con un discorso ambizioso, di respiro dichiaratamente decennale, il governo ha attraversato un mese fitto di incontri internazionali, che non hanno riguardato soltanto il presidente del Consiglio.

Con la sua attività, quindi, ha smentito la versione autarchica del sovranismo, così come la smentisce la dichiarata continuità della politica estera e di difesa. Un altro fattore di continuità — questo di segno negativo — è costituito dal ricorso ai decreti legge: ne sono stati approvati già tre nel corso del primo mese.

Il governo ha forse voluto mettere troppa carne al fuoco, e l’ha fatto in qualche caso frettolosamente, anche per far capire che tiene saldamente le briglie. Numerosi i provvedimenti approvati (proibizione dei «rave party», rinvio delle riforme sulla giustizia, misure in materia di immigrazione) e ancora più numerosi i provvedimenti annunciati (autonomia differenziata, modifica del tetto per l’utilizzo del contante, pensioni e imposte, reddito di cittadinanza, trivellazioni).

Qui i fattori di discontinuità prevalgono su quelli di continuità, specialmente per l’azione diretta a rassicurare l’elettorato e a mostrare nuovi indirizzi securitari.

Hanno colpito, in particolare, il rinvio di una parte della riforma della giustizia, gli interventi sull’immigrazione e quelli relativi ai «rave party». Ci si è chiesti giustamente perché rinviare tutta la riforma della giustizia e non le sole norme che avrebbero richiesto più tempo per l’attuazione.

Ci si è chiesti a ragion veduta perché non avviare subito l’attuazione degli indirizzi indicati dal presidente Meloni in Parlamento in materia di immigrazione e non cercare l’accordo, piuttosto che il conflitto, con gli altri Paesi europei.

Ci si è chiesti comprensibilmente perché proibire l’«invasione di terreni ed edifici» e non chiamare i «rave party» con il loro nome e perché sanzionarli con molti anni di carcere, quando bastavano la confisca di mezzi e materiali e una pesante ammenda, evitando di sconfinare nel penale.

In questo mese il governo ha avuto tre fattori a suo favore. Il primo è la luna di miele che accompagna l’avvio di qualunque governo che debba la sua nascita all’elezione, e quindi alla volontà popolare.

Il secondo è costituito dalla prudenza con cui l’esecutivo si è mosso nel settore economico e dai segni di consenso del Paese in quest’ambito … leggi tutto

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