di Romano Prodi
Come è già successo in tutte le grandi crisi, anche questa inattesa pandemia ha rimesso in gioco il ruolo dello Stato nell’economia.
Da molti decenni infatti ci si era solo dedicati ad emarginare in tutti i settori l’intervento pubblico, a partire dall’industria per finire con la finanza. Per lungo tempo non si è nemmeno potuto parlare di politica industriale, pur comprendendo con questo termine non solo le aborrite nazionalizzazioni delle imprese, ma anche la necessità di regolare e mettere in sinergia tra loro i vari attori dell’economia. Ino poche settimane siamo entrati in un altro mondo: tutti si appellano allo Stato e i governi mobilitano ogni risorsa disponibile al servizio delle imprese. Indipendentemente dall’ideologia dei governanti stessi. […]
La Commissione europea, dopo anni di severa restrizione, ha sorprendentemente approvato, anche se in via temporanea, la possibilità dei diversi Paesi di destinare 1.900 miliardi di aiuti di Stato a sostegno delle proprie imprese. Tuttavia oltre la metà di questi interventi pubblici riguarda la Germania, dove il governo dispone di risorse infinitamente superiori a quelle degli altri Paesi. Da ciò nasce la ben giustificata preoccupazione che questa ineguale disponibilità di risorse pubbliche accresca ancor più la già notevole superiorità produttiva tedesca, mettendo a rischio gli stessi equilibri che debbono regolare il buon funzionamento del mercato unico .. leggi tutto