di Marco Biondi
Il problema dell’antisemitismo negli Stati Uniti va oltre le recenti vicende della stella della NBA Kyrie Irving e del rapper Kanye West.
Irving è finito al centro di polemiche per aver condiviso su Twitter il link a un film che diffonde teorie del complotto antisemite. Dopo che la Nike ha deciso di rescindere ogni rapporto commerciale con il cestista e dopo la sospensione decisa dai vertici dell’NBA, Irving si è scusato, rispettando le condizioni poste dalla sua squadra per il ritorno sul parquet una volta terminato il periodo di sospensione.
La spirale cospirazionista con protagonista Ye – il nome con cui il rapper Kanye West ha deciso di farsi chiamare – è molto più intricata e ha subito un’evoluzione ancora più netta nelle ultime settimane. I vari commenti antisemiti fatti dal rapper e stilista americano nello scorso mese, così come la decisione di apparire alla Paris Fashion Week con una maglia con la scritta “White Lives Matters”, avevano ottenuto il massimo dell’attenzione mediatica a livello internazionale e generato parole di condanna.
Anche qui aziende che avevano sponsorizzazioni con lui, nello specifico Adidas e Balenciaga, hanno deciso di rescindere ogni rapporto. Ma a differenza della vicenda di Irving, West ha continuato ad aggiungere benzina sul fuoco. Prima ha presenziato a una cena per il giorno del Ringraziamento nella villa di Trump a Mar-A-Lago insieme a suprematisti bianchi come Nick Fuentes – conduttore radiofonico con un canale YouTube di nome “America First,
In seguito ha elogiato esplicitamente Hitler in un’intervista su Infowars, il sito di Alex Jones, noto complottista di estrema destra. Jones, ricordiamo, ha di recente dichiarato bancarotta dopo la condanna a risarcire 1,5 miliardi di dollari ai familiari delle vittime della strage di Sandy Hook per le bugie diffuse sulla sparatoria (tra cui che si fosse trattato di una messinscena). Questi casi rappresentano solo la punta dell’iceberg della questione, gli incidenti con radici antisemite sono infatti arrivati a livelli allarmanti.
Benché le uscite di West attirino l’attenzione e suscitino clamore, indignazione o preoccupazione, c’è da considerare anche e soprattutto il ruolo attivo delle piattaforme che gli hanno dato spazio. In particolare, il programma di Tucker Carlson su Fox News, Infowars e il podcast dello Youtuber Tim Pool hanno permesso a West di accusare gli ebrei di zittire chi osa opporsi alla loro agenda, o di accusare i “media ebrei” di aver fatto credere al mondo che Hitler i nazisti non abbiano fatto nulla di positivo.
Persino Elon Musk ha avuto un ruolo nel dare visibilità a figure del genere: il nuovo proprietario di Twitter, in seguito a un sondaggio sulla stessa piattaforma ha infatti deciso di annullare la sospensione sul social di Trump, reintegrando in seguito anche West. Il quale, due mesi dopo il ban dell’account avvenuto prima del cambio di proprietà, è stato di nuovo sospeso il 2 dicembre per aver twittato frasi su Hitler e una foto con una svastica intrecciata a stella di David.
Questa decisione, tuttavia, non rappresenta un dietrofront nella strategia di Musk, vista la riattivazione di account concessa a figure come Andrew Anglin, il neonazista fondatore del sito suprematista “The Daily Stormer”, sito a cui nel 2017 erano stati sospesi i servizi che lo tenevano online.
Alcuni giorni dopo l’uscita dell’intervista dello scorso 6 ottobre rilasciata da West su Fox News, è emerso che molte delle dichiarazioni dell’artista di Chicago erano state tagliate, mentre nell’intervista andata effettivamente in onda Carlson non ha mostrato alcuna opposizione alle affermazioni cospirazioniste di West.
Come scrive Ben Samuels su Haaretz, “gran parte delle accuse arrivate dai Democratici e dalle organizzazioni ebraiche hanno concentrato le loro critiche su West, ignorando il ruolo dello show di Carlson in questa vicenda”, che aggiunge:
Carlson è stato forse il principale sostenitore della “teoria della grande sostituzione”, secondo la quale gli immigrati stanno rimpiazzando le popolazioni bianche nei paesi occidentali.
Questa teoria del complotto è stata considerata una delle motivazioni principali alla base del raduno di suprematisti bianchi a Charlottesville nel 2017, del massacro del 2018 alla sinagoga dell’albero della vita di Pittsburgh e della sparatoria di massa del 2019 a El Paso, in Texas … leggi tutto
(Trump – Kanye West)