Dice che è "illusoria" la vittoria su Putin ma chiede l'immediato ritiro delle truppe russe dall'Ucraina.
Come? Togliendo le armi a Kyiv. Si scaglia contro i “guerrafondai” che aumentano le spese militari, che lui ha aumentato più di tutti. L’Avvocato del popolo conferma di essere un cinico trasformista, ma il problema è chi lo ritiene migliore del compagno Petrov
“Nuove armi all’Ucraina, per la prima volta il M5s vota no. Dopo nove mesi e mezzo ci è arrivato pure Conte”. Vito Petrocelli, l’ex presidente filorusso della commissione Esteri, poi espulso dal M5s per il suo sostegno all’invasione di Vladimir Putin, ha rivendicato di aver indicato in anticipo la linea al partito.
E il compagno Petrov sarà stato pure soddisfatto nel sentire, dalla bocca di Giuseppe Conte, che per raggiungere la pace bisogna “dare risposte a due questioni: la sicurezza da garantire a tutti e la tutela delle minoranze russofone”.
Garantire sicurezza a Ucraina e Russia (aggressore e aggredito pari sono), e difesa delle minoranze russofone (presumibilmente aggredite dall’Ucraina), è in effetti una piattaforma di negoziato che piacerebbe sia a Petrocelli sia a Putin.
Soprattutto se, a fianco, si chiede di bloccare gli aiuti militari che a Kyiv servono per difendersi dai missili russi … leggi tutto