Le giravolte di Conte sulle armi all’Ucraina. Botta e risposta (ilfoglio.it)

UNA LETTERA

Le contraddizioni di chiedere lo stop sull’invio di armamenti e inorgoglirsi per il successo ucraino, avvenuto “grazie al sostegno militare occidentale”. Forse ora si ritiene possibile chiedere a Putin il favore di andarsene

l direttore – La posizione del Movimento 5 stelle sul conflitto russo ucraino continua a essere distorta e strumentalmente attaccata su giornali e tv, oltre che nelle aule parlamentari. Eppure quello che stiamo chiedendo è semplicemente che si lavori per la pace e non per la guerra.

Ieriin un articolo pubblicato su questo quotidiano a firma di Luciano Capone, si legittimavano le posizioni dell’ex senatore Cinque stelle Petrocelli per insinuare che il presidente Conte e il M5s avrebbero ipocritamente e populisticamente cambiato idea sul sostegno militare a Kyiv sposando la stessa linea dell’ex presidente della commissione Affari Esteri di Palazzo Madama. Siamo quindi costretti a ribadire, per l’ennesima volta, una differenza di posizioni che dovrebbe essere ormai chiara a chiunque.

Lo scorso marzo, subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Movimento 5 stelle guidato dal presidente Conte ha fatto una scelta iniziale che rifaremmo anche oggi se la situazione sul campo fosse ancora la stessa di nove mesi fa, se cioè vi fosse ancora quello squilibrio di forza militare che impediva all’Ucraina di esercitare il suo legittimo diritto di autodifesa sancito dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.

Lo abbiamo ripetuto anche in Parlamento decine di volte rivendicando il nostro voto favorevole dello scorso marzo: senza quel sostegno militare iniziale, le truppe di Putin avrebbero conquistato Kyiv nel giro di poche settimane e l’Ucraina sconfitta sarebbe stata costretta a una tragica resa che avrebbe sancito l’inaccettabile supremazia del più forte, aprendo la strada a scenari a dir poco inquietanti.

In quella situazione di iniziale asimmetria militare nessuna trattativa sarebbe stata possibile, ma solo la capitolazione del più debole.

Per questo, non senza difficoltà, decidemmo di non voltarci dall’altra parte e di farci carico di questa responsabilità politica di fronte alla storia. Il senatore Petrocelli, che poi esplicitò le sue posizioni filorusse, decise altrimenti e per questo fu espulso dal Movimento 5 stelle e rimosso dalla carica di presidente della commissione Affari Esteri del Senato … leggi tutto

(Jim Wilson)

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