L’Afghanistan dei Talebani: “Niente università per le donne” (euronews.com)

di Cristiano Tassinari  & Euronews World – Agenzie internazionali

Ulteriore stretta all'istruzione delle donne 
nell'Afghanistan dei Talebani.

Il governo di Kabul ha introdotto il divieto a tempo indeterminato dell’accesso all’Università a tutte le donne afghane, da tempo già escluse dalla maggior parte delle scuole secondarie.

La decisione giunge meno di tre mesi dopo che migliaia di ragazze hanno sostenuto gli esami di ammissione alle Università, in tutto il Paese, con molte aspiranti studentesse soprattutto nelle facoltà di ingegneria e medicina.

“Un’altra promessa non mantenuta”

Spiega Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite:

“Questa è chiaramente un’altra promessa non mantenuta dei Talebani. Abbiamo visto dal loro ritorno e, in particolare, negli ultimi mesi, una diminuzione dello spazio per le donne, non solo nell’istruzione, ma anche nell’accesso alle aree pubbliche e la loro non partecipazione al dibattito pubblico”.

Dura la reazione dell’amministrazione americana. Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato:
“I Talebani hanno condannato in modo permanente le donne afghane a un futuro oscuro e arido, senza opportunità. Nessun paese può prosperare quando metà della sua popolazione è arbitrariamente bloccata. L’istruzione è un diritto umano riconosciuto a livello internazionale ed è essenziale per la crescita economica dell’Afghanistan e per la sua stabilità”.

In Afghanistan, le donne sono già escluse da tempo da molti posti di lavoro governativi oppure ricevono uno stipendio, ridotto, pur di farle restare a casa.
A novembre è stato vietato loro di frequentare parchi, palestre e bagni pubblici (gli hamman), anche se accompagnate da parenti maschi.

Il nemico dell’istruzione femminile

Ad opporsi all’istruzione scolastica delle ragazze è soprattutto il nuovo ministro dell’Istruzione del governo talebano, Neda Mohammad Nadim, ex governatore e comandante militare, esponente della linea dura religiosa, che ha definito l’istruzione femminile “non islamica” e contraria ai valori afghani.

(“Lo spazio delle donne in Afghanistan sta diminuendo sempre di più”)

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