Gli attivisti di Call Russia, una ong lituana:
Già questo è la dimostrazione che qualcosa è cambiato. A marzo, quando i volontari hanno iniziato con l’obiettivo di dare ai russi un’altra visione dell’invasione dell’Ucraina rispetto a quella fornita dai media filogovernativi (visto che tutti gli altri mezzi di informazione erano stati ridotti al silenzio del regime di Vladimir Putin), le persone dall’altro capo del telefono erano tutt’altro che accoglienti.
Per lo più urlavano, o insultavano gli sconosciuti che le avevano chiamate, o si limitavano a ripetere le parole d’ordine della propaganda russa e accusavano i volontari di essere agenti pagati dai servizi segreti occidentali. Le telefonate di solito erano molto brevi, pochi minuti al massimo. Adesso si sono allungare e possono arrivare a durare anche due o tre ore.
Non sono mai facili. I volontari hanno sviluppato un metodo di conversazione con degli psicologi, per riuscire a portare avanti la discussione. «Basta una sola conversazione in cui senti di aver fatto dubitare qualcuno di ciò che ascolta ogni giorno sui media di Stato per farti sentire che ne vale la pena» ha raccontato al Guardian una delle volontarie, Lidia, un’immigrata russa 30enne che vive a Huddersfield, in Inghilterra. A lei è successo con una donna di nome Natalia che all’inizio accusava i media occidentali di voler screditare Putin. Ma poi ha ammesso di conoscere delle persone nella città ucraina di Dnipro che avevano assistito all’uccisione di donne e bambini. Lidia ha percepito che le certezze di Natalia sulla guerra si stavano incrinando.
Molte delle persone che parlano con i volontari cercano soprattutto informazioni. «Ci viene costantemente chiesto a che punto è il fronte, quali sono le perdite dell’esercito russo, come stanno realmente le cose in Ucraina» dice lo scrittore e pubblicitario lituano. Anche chi condivide le motivazioni di Putin per l’invasione non crede più alle sue notizie. E sono sempre di più quelli che dubitano della vittoria promessa dal regime: «La gente sta perdendo la fiducia di poter vincere la guerra».
Senuta è arrivato alla conclusione che molti russi vorrebbero protestare contro le scelte del presidente. Ma hanno paura di farlo. Con la leva straordinaria voluta da Putin per affrontare le ingenti perdite di soldati in Ucraina il consenso si è ulteriormente minato. Intanto i volontari di «Call Russia» sono determinati a dare il loro contributo per far sì che la guerra all’Ucraina non abbia più il sostegno dei russi. Una telefonata alla volta. «Naturalmente, non posso cambiare la visione del mondo di uno sconosciuto in un’ora — dice Senuta —. Ma la gente comincia a pensare».