ALDO MORO E IL MEMORIALE: UN’INTERVISTA A MIGUEL GOTOR (minimaetmoralia.it)

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Realizzai quest’intervista per Il Mucchio ai tempi 
in cui Miguel Gotor aveva appena curato per Einaudi 
Il Memoriale della Repubblica, vale a dire gli scritti 
di Aldo Moro durante la prigionia: la ripropongo oggi, 
considerando l’oscurità che ancora avvolge diversi 
aspetti del sequestro toccati nella conversazione (LC).

Una dura battaglia è stata combattuta, nel corso degli anni, intorno alle decine di pagine del memoriale, giunte a noi in momenti diversi – dilazionate con cura, diciamo. Le forze in campo, che fossero in opposizione tra loro o talvolta unite da interessi convergenti, si sono rivelate da sempre attratte da quelle carte, come oscuri magneti umani preoccupati per quanto Moro aveva scritto.

Nel suo lungo e documentato saggio, il Memoriale della Repubblica. Gli scritti di Aldo Moro dalla prigionia e l’anatomia del potere italiano (Einaudi), Miguel Gotor traccia un discorso articolato, complesso, come è inevitabile per una tale ingarbugliata vicenda, un viaggio nel potere immune da oscillazioni dietrologiche – sempre bene precisarlo, trattandosi di una materia, quella del sequestro Moro, tuttora invasa da zone opache e nodi irrisolti.

Come si è avvicinato a questa vicenda visto che, come spiega già la bandella del libro, lei si occupa prevalentemente di “santi, eretici e inquisitori”?

Ho iniziato a interessarmi a questi fatti anzitutto come cittadino. Ero adolescente e mi capitava, come mi sono reso conto soltanto dopo, di acquistare con un certo metodo i libri che raccontavano questa storia. Dunque, mi sono formato una conoscenza sull’argomento; in seguito, quando ho completato il mio percorso – laurea, dottorato di ricerca, borse di studio, momenti di precariato – , diventando ricercatore universitario, questo vecchio amore è ritornato e mi sono detto che sarebbe stato opportuno provare ad applicare quanto avevo imparato nei miei lavori di storico moderno anche a un argomento molto vicino e discusso come il caso Moro. Direi un passaggio dalla passione civile all’impegno scientifico … leggi tutto

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