Dopo la Brexit cervelli in fuga dal Regno Unito (corriere.it)

di Paola De Carolis

Tendenza invertita rispetto al passato. 

Nel 2022 sono andati all’estero 10 mila medici

Se nell’ultimo mezzo secolo la fuga dei cervelli ha interessato il Regno Unito soprattutto in quanto meta di giovani laureati, professionisti e studiosi alla ricerca di nuove opportunità, una serie di circostanze avverse ha fatto sì che siano oggi anche i sudditi di Sua Maestà a trasferirsi all’estero per costruirsi un’esistenza più semplice e meglio retribuita.

Non si tratta di un fenomeno studiato quanto l’arrivo di stranieri in Gran Bretagna — lamenta il Migration Observatory — ma ci sono dati a sufficienza per temere che, nel prossimo futuro, il brain drain diventi un problema. Nel 2022, ad esempio, se ne sono andati 10.000 medici, un fatto che fa male al Paese in quanto gli studi di medicina sono a numero chiuso e sovvenzionati dallo stato. Se il National Health Service, il sistema sanitario nazionale, attraversa un momento di grande difficoltà, tra le ragioni c’è anche la mancanza di personale (circa 132.000 persone nella sola Inghilterra tra infermieri, operatori, tecnici e specialisti).

Perché restare in patria, d’altronde, quando un medico in Australia o Nuova Zelanda può guadagnare tre volte tanto facendo turni più umani? Con la Brexit, 350.000 britannici hanno chiesto e ottenuto un passaporto europeo facendo valere la nazionalità di genitori e nonni. Sarebbero circa 90.000 i cittadini che negli scorsi 12 mesi si sono spostati all’estero.

È un fenomeno al quale hanno contribuito la pandemia, il lavoro da casa e la possibilità, soprattutto nel settore digitale, di svolgere l’attività da altri Paesi; l’inflazione all’11%, il costo della vita, il basso tasso di crescita, la crisi del sistema sanitario e scioperi protratti dei trasporti non aiutano, così come tasse al 45% per la più alta fascia di reddito.

Se gli scioperi e la crisi energica riportano alle cronache lo spettro degli anni ’70, fu proprio allora che la fuga dei cervelli fece sentire la sua importanza: mezzo milione di britannici determinati e ambiziosi preferì cercare fortuna su altre sponde, principalmente negli Usa e in Australia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *