Stop alle rendicontazioni e alle restituzioni, sì alla sede di lusso in centro a Roma per il partito: ecco il nuovo M5S di Conte
Il M5s non esiste più nella forma che avevano idealizzato Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, ossia quella struttura che parte dal basso ed entra nei Palazzi per portarvi il mondo reale. Il progetto del fondatore, che ora è un semplice garante e consulente con un compenso che, come spiega la Repubblica, viaggia sui 300mila euro, è naufragato nelle mani di Giuseppe Conte.
Comprensibile il malumore della base del partito, che si era avvicinata al M5s dietro la promessa di essere la nuova frontiera della politica che avrebbe rottamato la vecchia. E comprensibile anche che ora nascano molti malumori in chi mal digerisce la nuova sede di lusso del partito, in pieno centro a Roma.
Il partito della trasparenza si è volatilizzato e con lui le ideologie che hanno portato il Movimento 5 stelle in parlamento. E una volta che i pentastellati hanno assaporato il gusto del potere, non hanno più voluto lasciarlo.
Anche nella forma, oltre che nella sostanza, perché solo così può essere spiegata la decisione di Giuseppe Conte di affittare uno spazio in pieno centro a Roma, a Campo Marzio, il cui costo è di 12mila euro al mese. Il quotidiano romano ha avuto modo di controllare le spese interne del partito dove è stata recentemente rendicontata la nuova spesa, che per i primi sei mesi del 2023 ammonta a 11 mila euro per poi salire a 12 mila nel secondo semestre.
Ma d’altronde non c’è da stupirsi, questa è l’era Conte: stop al partito liquido e via alla classica impostazione di partito, con una sede in una zona di pregio nella Capitale e altre satellite sparse sul territorio. D’altronde lui è il presidente e nel nuovo codice etico ogni potere è a lui demandato, anche quello di picconare l’ideologia pentastellata.
E pensare che nel momento della sua fondazione, il M5S era stato affidato alla protezione di San Francesco d’Assisi, il “santo povero”. L’idea della politica senza soldi è naufragata come il MoVimento alle ultime elezioni Giuseppe Conte ha messo in soffitta l’idealismo di Grillo (che però ha contribuito a portare il M5S nella politica che conta) e ora che può (quasi) autonomamente gestire il nuovo giocattolo lo fa alle sue regole.
Ma tutto questo ha un costo, che fa mormorare base ed eletti. Il M5S alle ultime elezioni ha conquistato solo 80 parlamentari: tra la perdita della leadership e la riduzione degli eletti per legge, sono lontani i tempi in cui 300 grillini presidiavano i Palazzi. Oltre al contraccolpo di immagine, c’è quello economico, che di fatto ha richiesto al MoVimento un ridimensionamento delle spese.
Via i vecchi consulenti e spazio agli esponenti storici esclusi alle ultime elezioni, che godono di contratti da 70mila euro a testa. E Grillo? Repubblica riferisce che il garante è stato visto a Roma nei giorni scorsi in gran segreto: nessun annuncio, nessuna rintuzzata politica. Solo un giro nella Capitale con l’obiettivo, a quanto pare raggiunto, di rinnovare il contratto da 300mila euro.