Al Quarticciolo, periferia est di Roma, il 70% dei residenti si guadagnava da vivere con il lavoro nero.
O quello o vendere droga. Ma quando è iniziata la serrata, tutti hanno perso il lavoro. Nella giungla dell’economia sommersa, con la crisi innescata da Covid-19, falegnami, artigiani e addetti alle pulizie si sono ritrovati senza reddito e senza poter contare sull’aiuto dello Stato.
Tutto fermo, anche il lavoro nero: si allungano le file ai banchi alimentari
Gli ‘invisibili’ si mettono in fila due volte alla settimana, davanti alla Biblioteca del quartiere, per prendere pacchi di cibo dai banchi alimentari, organizzati dalle associazioni con il supporto dei produttori locali, o per ricevere buoni spesa.
Nonostante sia illegale, il lavoro nero è in molte circostanze l’unica forma di sostentamento. Come nel caso di Stefano Belmonte: ha una moglie e una figlia e non ha lavorato per niente negli ultimi tre mesi.
Al banco alimentare Stefano ha ricevuto la sua parte: verdura, pomodori, spaghetti, frutta, uova. Servono per avere qualcosa in tavola a pranzo e a cena, ma non è cibo sufficiente a lungo per tre persone … leggi tutto