La sinistra populista di Schlein e Conte, e la battaglia per guidarla (linkiesta.it)

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L’avvocata del popolo

La nuova segretaria del Pd prosciugherà quel che resta dei grillini oppure si arrenderà definitivamente? In ogni caso, i due partiti e i due elettorati sono sempre più vicini e sovrapponibili

La foto di Firenze segna un passaggio di consegne di Giuseppe Conte a Elly Schlein, o l’inizio di una collaborazione tra i due, o ancora il cedimento definitivo del Partito democratico al Movimento 5 stelle? Ecco un interrogativo assolutamente centrale dal quale addirittura dipenderà la storia futura della sinistra italiana.

A giudicare dal clima che in pochi giorni si è creato attorno alla figura della neosegretaria verrebbe da pronosticare che il Partito democratico schleiniano si appresta a prosciugare il contismo, malattia infantile del populismo, assumendone inevitabilmente tratti, contenuti e posture: come ha notato Concita De Gregorio, una delle giornaliste più emozionate dalla vittoria di Schlein, è naturale che molti elettori contiani siano andati ai gazebo per votare Elly, trattandosi di ex elettori del Partito democratico che hanno ritrovato un buon motivo per tornare a casa.

Ma questo significa che parte – buona parte – dell’elettorato dem è più o meno quello del Movimento 5 stelle e che malgrado tutte le revisioni, modernizzazioni, terze vie, lingottismi e Leopolde il popolo del Partito democratico resta segnato da quel particolare populismo di sinistra finito in questi anni in braccio a un personaggio come Conte.

Con Elly Schlein tornano liberi di tornare a galla estremismi vecchi e nuovi, baci, abbracci, pugni chiusi e occhi lucidi, canzoni e bandiere, tutto un sentore di anni Settanta che in questi tempi cupi dominati dalla destra e non più dall’assillo del governo è in grado di riempire le piazze (a Firenze del tutto propriamente trattandosi di protestare contro una destra violenta) ma che insomma come Dorian Gray ripropone il volto della vecchia cara sinistra d’opposizione: «Vent’anni dopo al punto di partenza», cantava Guccini.

Se il Partito democratico di Schlein diventa il Partito democratico dei no (dall’ambiente all’economia) per Conte non c’è partita: tra il populismo accattone e antimoderno dell’ex premier e il populismo di sinistra di Schlein è senz’altro più forte il secondo, non foss’altro per la potenza evocatrice che una lunga storia suscita. Di qui la previsione che lei si papperà lui, che comunque si trova già dentro una inesorabile parabola storica.

La leader del Partito democratico, insomma, nuota nella stessa acqua dell’ex premier, il quale non starà certo a guardare ma si batterà per sopravvivere: la competizione è aperta.

I sondaggi già vanno in questa direzione, d’altra parte, probabile che vedremo crescere il Partito democratico a danno del Movimento 5 stelle per la inesorabile legge dei vasi comunicanti; e inoltre l’istintivo opportunismo dei gruppi dirigenti segnala che già adesso tutto il Partito democratico ha virato verso il radicalismo schleiniano, che confina con il populismo delle belle delle frasi fatte, una pallida riedizione del «vogliamo tutto» sessantottino che non ha il problema di curarsi della famose compatibilità finanziarie: non siamo più al tempo di Piercarlo Padoan ma in quello di Marco Furfaro, per capirci.

Schlein è molto più vicina alla “nuova sinistra unita” più che al Pci del compromesso storico e dell’approdo al governo, mentre del prodismo viene sussunto il tratto radicale e molto meno quello della vocazione di governo.

Adesso va tutto bene perché il Partito democratico è all’opposizione, dove quasi tutto è permesso, anche l’indurimento di pensieri e parole viene spontaneo dopo anni di politically correct. Quindi il popolo di sinistra rimette la testa fuori e lo fa in prima persona senza aver bisogno di delegare le proprie istanze all’avvocato del popolo.

Auspice quel Maurizio Landini che con Schlein in campo vede sbarrata la strada per una sua leadership della sinistra, davanti all’“urne de’ forti” di Santa Croce si è assistito alla presa del potere del mondo di sinistra da parte di Schlein che dopo aver distrutto i soft socialists (come ha scritto Politico) – i famosi riformisti – si appresta dunque a diventare l’avvocata del popolo con la prospettiva di mandare il grillismo-contismo in soffitta ma nella continuità e nell’idea di scolorirlo nel recipiente del movimentismo.

Dalla piccionaia della sinistra si battono le mani, l’avvocata del popolo funziona. Per ora è tutto, e non è poco.

(Miha Rekar)

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