Adesso è Conte che vuol occupare l’area del pacifismo anti Usa (italiaoggi.it)

di Martino Loiacono

Stop all'invio di armi, trattativa diplomatica 
e pace. 

La ricetta di Giuseppe Conte per porre fine alla guerra in Ucraina è nota ed è forse tra le più chiare nel panorama politico italiano. Da un lato, c’è Giorgia Meloni che si è schierata con i partner occidentali a fianco dell’Ucraina; dall’altro, c’è l’ex premier in una posizione molto più neutrale. Una posizione pacifista e antibellicista.

Le ragioni politiche di questa scelta sono piuttosto interessanti e derivano da una precisa strategia che contempla i sondaggi, ma anche la necessità di occupare una posizione diversa rispetto a tutti gli altri partiti.

Il leader grillino probabilmente conosce le tante rilevazioni che vedono una crescente stanchezza per il conflitto e sta puntando agli elettori che si oppongono al riarmo. Secondo un sondaggio Ipsos, ad esempio, gli elettori contrari all’invio di armi in Ucraina sono il 45%, i favorevoli il 34%, mentre il 21% si astiene.

La maggioranza è dunque contraria a nuovi invii. Di più: il 79% degli intervistati si dice preoccupato o molto preoccupato per la guerra. Dati illuminanti se si considerano le posizioni di Conte che, in un’intervista ad Avvenire, ha dichiarato che centrodestra e centrosinistra sono accomunati dall’ansia di calarsi l’elmetto e professano il più classico degli «armiamoci e partite».

Parole che rendono evidente la strategia di posizionamento dell’avvocato. Il quale ha scelto di differenziarsi da tutte le forze politiche occupando l’area del pacifismo, condito con un’importante dose di diffidenza rispetto alla Nato e agli Stati Uniti.

In questo modo Conte mira a conquistare tutti gli elettori pacifisti, in particolare di sinistra, sfruttando la scarsa chiarezza che emerge dalle dichiarazioni dei vari esponenti del Partito democratico. Di fatto, non si è del tutto compreso se il Pd sia fermamente a favore dell’invio di armi.

Le sensibilità, del resto, sono diverse, come si è visto nella votazione al Senato dello scorso gennaio quando il fronte dem si ruppe (due astenuti e due contrari) e come si può notare dagli equilibrismi della neosegretaria Schlein. In un contesto così articolato, Conte ha scelto la posizione più semplice e riconoscibile: quella del pacifismo senza se e senza ma.

Anche per ereditare il pacifismo tipico della sinistra. Basti pensare alle accuse nei confronti del governo che starebbe eseguendo pedissequamente ciò che ordina Washington in una spirale bellicista. Come si può intuire, Conte, con le sue mosse, punta a conquistare l’area del pacifismo e dell’antiamericanismo.

Un’area che un tempo era saldamente nelle mani della sinistra e che di certo Schlein non vorrà abbandonare.

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