I migranti sono stati ricevuti in forma riservata dalla premier che, durante l’incontro durato circa un’ora, ha assicurato che la ricerca delle salme proseguirà, incluse quelle presumibilmente imprigionate nel barcone, ancora incagliato
Si è tenuto ieri mattina verso le 10.30, a palazzo Chigi l’incontro del presidente del Consiglio Giorgia Meloni con alcuni parenti delle vittime e superstiti della tragedia di Cutro, accompagnati da mediatori che hanno consentito la traduzione da e verso le lingue madri. Per il governo erano presenti il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
A bordo di un pullman della Polizia, che li ha portati all’ingresso posteriore di Palazzo Chigi, è arrivato nella sede del governo il gruppo, formato da una trentina di persone, volato a Roma dalla Calabria a bordo di un C-130 dell’Aeronautica militare. L’incontro con la presidente del Consiglio durato un’ora circa, nella Sala verde, si è svolto in forma riservata e a porte chiuse. La delegazione è poi risalita sul bus della Polizia di Stato diretto a Ciampino, dove ad attenderli c’è il volo che li ricondurrà in Calabria.
E’ stato un’incontro commovente quello della premier con i migranti. Quando, più volte, i parenti di chi ha perso la vita in questa tragedia si appellano al suo ruolo di madre, lei conferma che sì, ha una figlia di 6 anni. Chiede cosa possa fare concretamente per aiutarli, loro chiedono innanzitutto che i corpi che il mare non ha ancora restituito continuino ad essere cercati. Anche quelli incagliati in quel che resta di quel caicco finito in fondo al mare, un impegno che il presidente del Consiglio assume.
Poi qualcuno chiede una mano concreta sui ricongiungimenti, per consentire a chi è sopravvissuto a quel dramma e perso le persone più care, di raggiungere i parenti che vivono in Europa, e poter ricominciare a vivere. Meloni non ha assunto impegni, “non posso farlo a nome di altri Paesi”, ma si è impegnata a veicolare la loro richiesta ai leader europei che incontrerà la settimana prossima a Bruxelles.
E quando chiede loro se siano consapevoli dei rischi legati alle traversate nel mar Mediterraneo, si sente rispondere dagli afghani presenti che loro sono stati abbandonati in un paese dove non si può vivere, dal quale è naturale desiderare fuggire.
Il clima viene descritto disteso, tanto che al termine dell’incontro scatta anche qualche selfie, strette di mano e rassicurazioni sulle richieste avanzate.
Intanto la Procura di Roma ha trasmesso per competenza territoriale ai colleghi di Crotone l’incartamento relativo all’esposto presentato nei giorni scorsi dai parlamentari Ilaria Cucchi, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, in cui si chiedeva di valutare eventuali responsabilità ministeriali nella macchina dei soccorsi in relazione al naufragio di Cutro. A piazzale Clodio i magistrati si sono limitati ad aprire un modello 45, ossia senza indagati o ipotesi di reato.