di Rocco Ronchi
Felix Guattari, per molti è stato soprattutto la metà di una coppia.
E di una coppia che amava presentarsi come la riedizione in formato “filosofico” di una celebre coppia cinematografica. Si dice Stanlio e subito viene in mente Olio; allo stesso modo, il nome Guattari evoca immediatamente, quasi per una sorta di automatismo, quello di Gilles Deleuze, il grande filosofo francese, con il quale Guattari stringe un sodalizio duraturo e fecondo che solo la improvvisa morte di Felix, la notte tra il 28 e il 29 Agosto 1992, interrompe.
Dal 1969, anno del loro primo incontro, al 1991, anno di pubblicazione di Che cos’è la filosofia, loro ultimo libro comune, la “strana coppia” Deleuze-Guattari è stata una protagonista indiscussa della scena culturale. E non solo di quella francese. La cosiddetta “schizoanalisi” ha immediatamente avuto una ribalta internazionale. Il suo impatto va ben oltre i confini disciplinari delle scienze umane.
Essere la metà di una coppia, ha però anche delle conseguenze negative, soprattutto se l’altra metà è costituita da una figura così rilevante e, direi, anche ingombrante come quella di Gilles Deleuze. La coppia era e resta insomma una coppia sbilanciata.
Ancora oggi, se si sfoglia l’immensa letteratura critica sull’argomento, non è raro vedere ascritte al solo Gilles Deleuze le tesi di Capitalismo e schizofrenia, quando invece fu determinante il contributo teorico di Guattari, come Deleuze stesso ha tante volte onestamente riconosciuto … leggi tutto