di GIANMARIA TAMMARO
I gemelli romani raccontano la strada che li ha portati al successo nel cinema. “Per mantenerci abbiamo fatto di tutto, ma i fattorini mai. E non sognavamo di diventare quello che siamo, registi o sceneggiatori: è successo a forza di raccontare storie”
Paura? La voce di Fabio D’Innocenzo si fa sottile e per un istante si perde. «La paura è che il personaggio finisca per superare la storia; è che noi due come gemelli, come registi, diventiamo più interessanti dei film che proponiamo, e qualche volta è successo. «Da Tor Bella Monaca a Berlino, hanno scritto. Un po’ come se venissimo dal carcere, dal nero più nero.
E invece noi ci sentiamo privilegiati». «A casa nostra era come se fossimo a Oxford», si unisce Damiano. «Siamo cresciuti tra i libri, tra gli scrittori, nella cultura; veniamo dal principato di Tor Bella, e quel principato era la nostra famiglia».
All’ultima Berlinale, i fratelli D’Innocenzo hanno vinto l’Orso d’argento per la miglior sceneggiatura con Favolacce, dal 16 aprile al cinema con Vision Distribution. È un cambiamento piuttosto netto e piuttosto deciso rispetto a La terra dell’abbastanza, il film che li ha consacrati. Si cambia luogo, si cambiano i protagonisti, e si cambia anche il linguaggio di ripresa … leggi tutto