di Marco Palmieri e Francesco Vella
L’articolo 27 del decreto “Rilancio” istituisce un nuovo fondo presso la Cassa Depositi e Prestiti.
Non si tratta però di una semplice misura emergenziale, ma configura un intervento dello stato nelle imprese che potrà avere conseguenze nel lungo periodo.
Il patrimonio separato
Oltre a favorire la ricapitalizzazione e il finanziamento delle imprese di media dimensione, il decreto “Rilancio”, all’articolo 27, contiene anche misure a sostegno delle S.p.A. e delle cooperative italiane con un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro e con esclusione dei settori bancario, finanziario e assicurativo. La Cassa depositi e prestiti S.p.A. è autorizzata a costituire un patrimonio destinato, denominato «Patrimonio Rilancio», ossia un fondo finanziato – almeno inizialmente – da apporti del ministero dell’Economia e gestito dalla Cassa, a sua volta divisibile in singoli comparti.
Il ministero verserà nel fondo 44 miliardi in titoli di Stato ma gli apporti potranno avere come oggetto anche altri beni e rapporti giuridici, anche da parte di altri soggetti pubblici che potranno formare ulteriori comparti. Il ministero riceverà in cambio degli strumenti finanziari partecipativi, correlati ai risultati economici del fondo.
Quest’ultimo, o suoi comparti, potranno essere finanziati anche a mezzo dell’emissione di obbligazioni o di altri strumenti finanziari di debito, non meglio definiti … leggi tutto