Internati (iltascabile.com)

di Giulia Villoresi

I racconti delle vittime delle “misure coercitive a scopo assistenziale”, una pagina nera e ancora poco nota della recente storia svizzera.

er la sofferenza che vi è stata inflitta vi chiedo, a nome del Governo svizzero, sinceramente e dal profondo del cuore, perdono”. Con queste parole, l’11 aprile 2013, la consigliera federale Simonetta Sommaruga ha presentato le scuse della Confederazione Elvetica alle vittime delle cosiddette “misure coercitive a scopo assistenziale”. Ovvero ai cittadini svizzeri che sono stati internati, sterilizzati, costretti ad abortire, separati dalle famiglie e sfruttati come manodopera a basso costo senza aver commesso alcun reato, senza processo e senza possibilità di ricorso in giudizio.

Fino agli anni ottanta, le autorità amministrative svizzere applicano questi provvedimenti a decine di migliaia di persone considerate non conformi – per condotta, censo, o etnia – ai valori dell’integrazione sociale e del successo economico. Per finire in un campo di lavoro è sufficiente essere “bevitori, vagabondi, oziosi e dissoluti”; le prostitute, le ragazze madri, le donne sole con figli a carico (nubili, divorziate, vedove) vengono spedite in case d’internamento o direttamente in carcere. Se sono incinte, le autorità possono farle abortire; se ancora non lo sono, possono sottoporle a sterilizzazione … leggi tutto

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