In Cile si torna a parlare per la seconda volta di una nuova Costituzione, ma le regole del gioco sono cambiate.
All’indomani del fallimento della proposta di una nuova Costituzione, elaborata durante un intero anno da 155 rappresentanti con numerosi momenti di partecipazione pubblica, il presidente Boric ha convocato le Camere per riaprire il processo costituente, questa volta però cedendo alle richieste della destra, vincitrice del “rifiuto” al plebiscito, che chiedeva una nuova Carta Magna scritta da esperti.
I membri della Commissione esperta sono stati selezionati dal Congresso all’interno dei loro partiti e a presiederla nel momento inaugurale è stato scelto Hernán Larraín, già segretario della Giustizia durante la dittatura di Pinochet e difensore dell’ex gerarca della Colonia Dignidad, Paul Schäfer, accusato di abuso sessuale di minori durante il regime militare.
Come se non bastasse a snaturare e blindare il processo, è stato previsto anche un Comitato tecnico di ammissibilità, incaricato di verificare che il testo costituzionale votato dai consiglieri sia compatibile con 12 principi base già formulati e immodificabili. In sostanza, nessuna possibilità di uscire dal cammino già tracciato dal Congresso, dominato dalle destre sia per il numero di seggi che per la capacità di imporre l’agenda politica.
Javiera Arce, analista politica della Red de Politólogas, considera che “è stato un errore del governo Boric insistere con il processo costituente in questo momento, c’è grande disinteresse perché questo nuovo processo è del tutto verticale, elitista.
Inoltre in questa elezione si sente il voto di punizione al governo” che ha portato l’elettorato a scegliere l’opzione repubblicana, rappresentata da Antonio Kast, principale contendente di Boric nelle ultime elezioni presidenziali. Aiutano a interpretare il voto anche l’alto livello di inflazione e il rincaro dei prezzi, la precarietà lavorativa lasciata dalla pandemia e la poca visione politica del governo Boric, che ha finito per adottare le politiche classiche della destra, tutte orientate sulla sicurezza, la protezione alle forze dell’ordine, la repressione del dissenso.