di Giulio Pinco Caracciolo
Un pulpito inaspettato
La Premio Nobel per la pace 2022 Irina Scherbakova, a margine dell’evento ‘Guerra e pace nel XXI secolo all’Università Cattolica di Milano ha risposto ad alcune domande dei giornalisti riguardo la possibilità di ricostruire la pace in Europa.
La Sherbakova precisa subito che, a suo avviso, il mondo Occidentale e i politici per molto tempo hanno guardato altrove “senza ascoltare i moniti sull’aggressività di Putin.” Il premio Nobel per la pace sembra quindi non avere dubbi sul fatto che non vi siano altre soluzioni: “la pace senza armi non è possibile, questa guerra mira ad annientare l’Ucraina in quando Stato indipendente. Dobbiamo sostenerla altrimenti non ci sarà alcuna pace”.
Deportazioni dai territori occupati – Intanto in serata è arrivata l’approvazione della Duma, la camera bassa del parlamento russo, degli emendamenti che consentiranno alle autorità russe di condurre deportazioni ‘forzate e controllate’ di persone dai territori in cui è imposta la legge marziale.
Ovvero in tutti i territori occupati dell’Ucraina, a eccezione della Crimea. Il disegno di legge consentirà alle autorità di detenere persone per 30 giorni per aver violato ‘divieti e restrizioni’ imposti da Mosca.
Non è tardata ad arrivare la risposta via tweet del consigliere presidenziale ucraino, Mikhaylo Podolyak, dopo l’ok della Duma: “la deportazione forzata di interi popoli, con pestaggi di massa obbligatori, l’umiliazione collettiva di mogli e madri e la rovina totale delle case, è una delle strategie di ‘politica estera’ preferite della Russia. Rubare il territorio. Saccheggiare quello altrui. Ripopolare il territorio rubato con un elemento criminale e chiamarlo proprio”
E non ha dubbi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Qualunque cosa faccia la Russia, la sua aggressione verrà sconfitta. Non riuscirà a rubarci la Crimea né qualsiasi altra parte del nostro Paese. Questa è la nostra casa”. Questo il suo commento in occasione della giornata in cui Kiev ricorda le deportazioni del popolo tataro di Crimea da parte dell’Unione Sovietica nel 1944.
Quasi 80 anni fa, prosegue Zelensky, “centinaia di migliaia di persone furono esiliate in una terra straniera. Un intero popolo è stato privato della sua casa”. Tutti, aggiunge, “in Ucraina conoscono questo male. E anni dopo il male è tornato per distruggere le persone nello stesso modo. Ma questa volta lo sconfiggeremo. Dobbiamo farlo”.