di Emma Bonino
Le politiche in tema di immigrazione e asilo sono state quelle su cui, durante il governo gialloverde, Salvini aveva imposto il segno più visibile della sua leadership e di una “legalità” concepita per contrasto con principi fondamentali di diritto e con obblighi giuridici, sistematicamente derogati e contraddetti da norme e provvedimenti di natura eccezionale.
La cronicizzazione di queste politiche di emergenza – dai Decreti sicurezza in giù – anche nella stagione del governo giallorosso è la dimostrazione più clamorosa della perfetta continuità tra il Conte I e il Conte II e della sostanziale convergenza dell’agenda dei due esecutivi.
Se il governo Conte II era nato per scongiurare i pieni poteri di Salvini, Salvini ha continuato ad esercitare un pieno potere, non solo su questa materia, anche sul nuovo esecutivo. La dottrina del “male minore” è giunta al curioso paradosso di legittimare le cose fatte da Salvini, purché a farle non sia più lui.
In questi giorni, a ritornare su questa clamorosa contraddizione è il rapporto sull’Italia di Amnesty International, presentato lo scorso 4 giugno, in cui si denuncia apertamente la continuità di «un’agenda politica di contrasto all’immigrazione, attraverso leggi e misure aventi l’obiettivo di limitare l’esercizio dei diritti e impedire alle persone soccorse in mare di sbarcare in Italia» … leggi tutto