di Lucia Capuzzi
Da sei anni, un colosso statale di Pechino costruisce Mirador: il primo maxi-impianto a cielo aperto del Paese. L’estrazione non è iniziata ma già si vede l’impatto sui fiumi e la foresta
Gru monumentali aggrediscono la montagna. Un fianco è coperto da una pesante colata di cemento che cerca, a fatica, di tenere a bada il caos prorompente della selva. Il cantiere della miniera è in piena attività: l’avvio dell’estrazione è previsto alla fine dell’anno.
Un cartello tranquillizza: «La nuova era del rame è alle porte». La scritta è tradotta in cinese, la lingua più diffusa ormai a Tundayme. Non c’è insegna che non sia illustrata in ideogrammi e adornata con lanterne rosso-Pechino … leggi tutto