La povertà non è stata abolita. I dimenticati dal reddito di cittadinanza (linkiesta.it)

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La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha 
subito applaudito agli effetti del sussidio 
Cinque Stelle. Ma il report pubblicato 
dall’Istat dice che in un anno ci sono più 
poveri tra i nuclei familiari con più di tre 
figli e tra gli immigrati

Lo aveva già fatto notare la Corte dei Conti: il reddito di cittadinanza – si leggeva nel Rapporto sulla finanza pubblica 2020 – raggiunge «solo parzialmente i nuclei e le persone povere», senza garantire una «copertura completa». E ora il report dell’Istat sulla “Povertà in Italia” lo conferma dati alla mano, mostrando le storture del sussidio che aveva l’obiettivo dichiarato di «abolire la povertà» per 1,8 milioni di famiglie e 5 milioni di individui. E che invece lascia indietro soprattutto i soggetti più vulnerabili: le famiglie con più figli e gli immigrati. Tra i quali l’incidenza della povertà assoluta, da quando il sussidio è entrato in vigore, è addirittura aumentata.

I dati riportati dall’Istat riferiti al 2019, quindi prima della crisi Covid, registrano una lieve riduzione della povertà assoluta rispetto al 2018: dal 7 al 6,4% per le famiglie (-0,6%), dal 8,4 al 7,7% per gli individui (-0,7%). Le famiglie in povertà assoluta restano quasi 1,7 milioni, per un numero complessivo di quasi 4,6 milioni di individui. Stabile invece la povertà relativa, quella parametrata in rapporto al reddito pro capite del Paese, che riguarda poco meno di 3 milioni di famiglie e 8,8 milioni di persone.

I dati sulla povertà assoluta, spiegano dall’Istat, pur rimanendo su livelli molto superiori a quelli prima della crisi 2008-2009, mostrano l’effetto positivo del reddito di cittadinanza, percepito da oltre 1 milione di famiglie secondo gli ultimi dati Inps … leggi tutto

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