La nuova babele: ognuno è il selfie di sé (corriere.it)

di Aldo Grasso

Padiglione Italia

Leggere e non capire. Ascoltare e non capire. Vedere e non capire. La non comprensione del testo sta diventando malattia sociale, analfabetismo funzionale, una vera tragedia del nostro tempo. Il pericolo che Tullio De Mauro paventava anni fa si sta realizzando: grazie al web, è aumentata la disponibilità di contenuti ma, nello stesso tempo, è diminuita la curiosità intellettuale.

Di fronte a un testo, si cercano solo parole che rafforzino i nostri pregiudizi, il nostro sapere indifferenti al contesto: si chiama cherry picking (raccolta di ciliegie), la rigorosa selezione di news solo in base alle nostre convinzioni.

Gli ultimi risultati della rilevazione «Invalsi» sono sconfortanti: troppi studenti arrivano al termine degli studi con un livello di preparazione insufficiente. Crescendo non miglioreranno, non andranno oltre la sintassi di sussistenza di Twitter o di TikTok ma, da inadeguati, vorranno sempre dire la loro, votare. Anche molti politici faticano a comprendere il senso di un testo, restii a ogni approfondimento. Si fermano alla superficie, cedendo fatalmente all’urgenza di esprimere un parere.

È la nuova Babele, dove il peccato d’orgoglio ci condanna alla mutua incomprensione, alla confusione delle lingue, dove ognuno è il selfie di sé, convinto della bontà delle proprie ragioni e della fallacia di quelle altrui.

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