di CARLO CANEPA
LA DICHIARAZIONE
Il 15 luglio il deputato di Italia Viva Luigi Marattin ha commentato su Twitter il dibattito politico sul salario minimo in Italia, alla cui introduzione il governo Meloni è contrario. Secondo Marattin, i partiti di opposizione senza Italia Viva (etichettati dal deputato con l’espressione «la “sinistra”») hanno proposto in Parlamento un salario minimo tra i «più alti del mondo».
È davvero così? In breve la risposta è sì.
Salari minimi a confronto
Lo scorso 4 luglio il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico, Alleanza Verdi-Sinistra (di cui fanno parte Europa Verde e Sinistra Italiana) e Azione hanno presentato alla Camera una proposta di legge comune per introdurre un salario minimo in Italia. L’esame del testo è iniziato il 12 luglio in Commissione Lavoro, ma i partiti di maggioranza che sostengono il governo Meloni hanno già presentato un emendamento per sopprimere la proposta.
Tra le altre cose i partiti di opposizione, fatta eccezione per Italia Viva, chiedono che in Italia sia introdotta per legge una soglia minima retributiva, valida per tutti i lavoratori e fissata in 9 euro lordi l’ora. Come si colloca questo valore rispetto ai salari minimi presenti negli altri Paesi del mondo?
La prima tentazione per rispondere a questa domanda è quella di vedere a che valore è fissata la retribuzione minima per legge in giro per il mondo. Secondo i dati più aggiornati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), nel 2021 vari Paesi avevano un salario minimo più alto di 9 euro lordi l’ora, l’equivalente di poco più di 10 dollari. Al primo posto c’era il Lussemburgo con 15,2 dollari, seguito da Australia (15,1 dollari) e Nuova Zelanda (14 dollari). Gli oltre 10 dollari italiani si sarebbero collocati al decimo posto, dietro ad altri grandi Paesi europei come Germania, Francia e Regno Unito.
Ma quando si fanno confronti a livello internazionale tra i vari salari minimi non bisogna guardare tanto al valore assoluto, quanto al rapporto tra il livello del salario minimo e le retribuzioni all’interno dei singoli Paesi. Più precisamente, come mostrano le pubblicazioni dell’Ocse, bisogna guardare al rapporto tra il livello in cui è fissata la retribuzione minima e la mediana delle retribuzioni a livello nazionale.
Il salario mediano indica il valore del salario sotto il quale sta la metà dei lavoratori e sopra l’altra metà. In questo caso come indicatore la mediana è più affidabile della media perché è meno influenzata dal valore dei salari tanto più bassi degli altri e dal valore di quelli tanto più alti degli altri.
Secondo il rapporto annuale dell’Inps pubblicato l’anno scorso, nel 2021 in Italia la retribuzione mediana oraria di un lavoratore dipendente a tempo pieno era pari a circa 12 euro lordi. I 9 euro lordi l’ora proposti dai partiti all’opposizione si aggirerebbero dunque intorno al 75 per cento del salario mediano italiano. Numeri alla mano, questo livello sarebbe tra le più alte a livello internazionale.
Secondo i dati Ocse più aggiornati, nel 2021 la Colombia era il Paese con il livello di salario minimo più alto rispetto al suo salario mediano (92,3 per cento), seguita da Costa Rica (81,5 per cento) e Cile (71,9 per cento). L’Italia si piazzerebbe così al terzo posto in base alla proposta dei partiti di opposizione. Tra gli altri grandi Paesi europei in Germania la percentuale era pari al 51,1 per cento, in Francia 60,9 per cento, in Spagna al 48,4 per cento e nel Regno Unito al 56,9 per cento.
Di recente questi dati sono stati confermati anche da alcuni esperti. Per esempio il 29 giugno, durante un’audizione nella Commissione Lavoro della Camera, l’economista Andrea Garnero, che lavora presso il Direttorato per l’occupazione e gli affari sociali dell’Ocse ed è favorevole all’introduzione di un salario minimo, ha sottolineato (min. 36:30) che un salario minimo fissato a 9 euro lordi l’ora posizionerebbe l’Italia «tra i primi Paesi Ocse» e «primo dei Paesi dell’Unione europea che fanno parte dell’Ocse».
Il livello del salario minimo va stabilito tenendo a mente le conseguenze che può avere: un livello troppo basso rischierebbe infatti di essere inefficace nel migliorare le condizioni di vita di chi lavora e guadagna troppo poco e nel ridurre le disuguaglianze, mentre un livello troppo alto rischierebbe di incentivare forme di lavoro non regolari.
Marattin ha specificato che la proposta di Italia Viva è quella di affidare a una commissione composta da tecnici il compito di individuare il livello del salario minimo.
Il verdetto
Secondo Luigi Marattin il livello del salario minimo proposto dai partiti all’opposizione, eccetto Italia Viva, «è uno dei più alti del mondo». Abbiamo verificato e il deputato di Italia Viva ha ragione.
La proposta di legge firmata da PD, Movimento 5 Stelle, Azione e Alleanza Verdi-Sinistra chiede di introdurre un salario minimo di 9 euro lordi l’ora. Questo non è tra i più alti se si guarda al valore assoluto, ma quando si fanno confronti a livello internazionale tra retribuzioni bisogna guardare al rapporto con il salario mediano.
In Italia un salario minimo di 9 euro corrisponderebbe a circa il 75 per cento del salario mediano, terza percentuale più alta al mondo, dietro a Colombia e Costa Rica.