Santoro irriducibile: nascono i pacifisti-manettari

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Ma i sondaggisti bocciano il partito: 

«La Schlein è già schiacciata verso la sinistra». Ambizioni ferme al 3%

Michele Santoro e Luigi De Magistris di nuovo insieme. Per la serie «a volte ritornano», il noto conduttore della Rai e l’ex sindaco di Napoli sono pronti a fare fronte comune in nome della pace in Ucraina.

Sabato, infatti, si terrà al Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca, un evento organizzato da Michele Santoro per lanciare un appello al popolo pacifista, sempre più contrario all’invio di nuove armi all’Ucraina.

Il «no» alla guerra sarebbe, dunque, il collante dell’ennesima formazione a sinistra del Pd che, insieme a Verdi, Sinistra Italiana e alle varie associazioni terzomondiste e «manettare», spera di superare la soglia di sbarramento alle prossime elezioni Europee. Certo, parlare di lista o partito è ancora un’utopia, ma Santoro sogna di tornare a Bruxelles. Un obiettivo che, come ci spiegano gli esperti, al momento sembra quasi irrealizzabile.

«A sinistra c’è un eccesso di offerta politica verticale: ambientalista, movimentista, pacifista, anticapitalista, antiatlantista, ecc. A questa segmentazione dell’offerta non corrisponde un’altrettanta segmentazione della domanda», spiega Carlo Buttaroni, che è il fondatore dell’Istituto Tecné, che assicura: «Alla fine, pescano tutti nello stesso bacino elettorale. Per chi arriva al 3% c’è chi scende al 2% o all’1%».

Ma l’elenco di coloro che ritengono che un fenomeno di questo tipo non abbia lo spazio politico per sfondare non termina qui. È decisamente pessimista anche Federico Benini, che è invece il fondatore di Winpoll, che ricorda come dal 2014 in poi le liste di estrema sinistra abbiano via via perso sempre più consensi. Nel 2014, infatti, la lista Tsipras aveva raggiunto a mala pena il 4%, nonostante il Pd fosse al 41%.

Nel 2019, invece, quando a guidare il Pd c’era l’ex governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, sommando i dati dei vari partiti comunisti che si sono presentati alle Europee, arriviamo al 3%. «Oggi spiega Benini – il Pd della Schlein piace molto anche a chi vota più a sinistra e, quindi, c’è uno spazio sempre più ristretto a sinistra».

Santoro e De Magistris, insomma, sono ancora due personalità riconosciute e rispettate all’interno della sinistra radicale, ma il loro appeal non è certo quello che avevano dieci anni fa quando dialogavano amichevolmente nel palcoscenico di Annozero. Ma non solo. Secondo Antonio Noto, il tema della guerra non è sufficiente a dar vita a un soggetto politico vincente: «Quando si decide di votare un partito non lo si fa perché si condivide un solo tema tanto è vero che il partito dei Pensionati non supera mai l’1%. Lo stesso succede ai Verdi, sebbene gli italiani abbiano una maggiore attenzione all’ambiente rispetto che al passato».

Alessandro Amadori, invece, sembra dare una chance al duo Santoro-De Magistris: «Fino a non molti anni fa, Rifondazione Comunista e la sinistra radicale valevano circa l’8-10%. Oggi stenta ad arrivare al 5-6%, ma dato che spiega il sondaggista – anche in politica tutto si crea, nulla si distrugge ma si trasforma, esiste un 2-4% di elettorato che è finito in un’area di non voto o tra i Cinquestelle e che potrebbe essere attratto dal progetto santoriano».

Un’attrazione che nascerebbe dalla convinzione che la Schlein sia stata «una promessa mancata», ossia che la segretaria del Pd abbia apportato solo un cambiamento di codici comunicativi.

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