di Giovanni De Plato
Welfare
Mentre nella nostra regione si discute animatamente della riorganizzazione della Medicina di urgenza proposta dall’Assessorato della salute, la regione Lombardia ha autorizzato un Pronto Soccorso (Ps) in una struttura privata. A Bergamo è stato accreditato il Ps dell’ospedale privato di Zingonia, riconoscendo l’alternativa all’ingolfamento delle strutture ospedaliere pubbliche, in particolare della medicina di emergenza.
La privatizzazione avanza nel Servizio sanitario lombardo rompendo un po’ alla volta gli argini della sanità pubblica. Sembra che la Regione della Lombardia stia progressivamente girando le spalle al modello universalistico e adottando il sistema privatistico americano. L’accreditamento del Ps di Zingonia prevede il pagamento diretto da parte del cittadino di 149 euro per una prestazione urgente. Con altrettanti euro si potranno avere gli esami strumentali necessari al chiarimento diagnostico, con buona pace delle estenuanti lungaggini del servizio pubblico.
Di quest’ulteriore passo della Regione Lombardia verso il privato almeno quattro aspetti appaiono gravi. Il primo aspetto è che la privatizzazione parte dal Pronto soccorso ospedaliero, compito istituzionale proprio ed esclusivo del Servizio sanitario nazionale (Ssn) e regionale (Ssr). Il secondo è che si concede al privato un servizio complesso non in integrazione al pubblico ma sostitutivo a tutti gli effetti, compreso quello finanziario (chi fissa le tariffe?).
Terzo è che la concessione dei compiti della sanità regionale avvenga senza l’intervento di vigilanza del Ministero della salute e della Conferenza Stato-Regioni, che dovrebbero essere garanti della fornitura dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) a tutti i cittadini con la stessa tempestività e qualità. Quarto aspetto di gravità, è che si mina il modello universalistico introducendo un sistema privatistico destinato ad allargare la forbice delle diseguaglianze, quando già oltre un milione di cittadini rinuncia a prendersi cura della propria salute per la povertà crescente, che rende difficile la stessa sopravvivenza.
A questo punto il compito della Regione Emilia-Romagna assume una rilevanza strategica: l’amministrazione locale di centro-sinistra saprà indicare al governo nazionale una proposta di salvaguardia e rafforzamento del Ssn e Ssr? L’esperienza italiana della riforma del 1978 e i dati delle Organizzazioni internazionali (Oms, Ocse e altre agenzie) dicono che siamo il Paese che spende meno per la sanità pubblica rispetto agli altri Paesi europei e molto meno rispetto a quelli più sviluppati nel mondo.
E che il costo della salute per abitante è meno di un terzo di quello degli Stati Uniti, con l’esito che l’aspettativa di vita delle persone in Italia è superiore di oltre 5 anni rispetto agli USA. Se le cose stanno così perché la Lombardia decide d’incrementare il costoso e inefficace accreditamento ai gruppi privati? E l’Emilia-Romagna come contrasterà la crescente tendenza alla privatizzazione ?