di Claudia Torrisi
Con una delibera della giunta regionale, l’Umbria ha abrogato la possibilità di accedere all’aborto farmacologico – attraverso la pillola Ru486 – in day hospital o al proprio domicilio, sotto osservanza del medico.
Secondo le nuove norme, quindi, per l’interruzione di gravidanza con metodo farmacologico sarà necessario un ricovero di tre giorni.
La decisione ha scatenato le proteste di associazioni di ginecologi, donne e movimenti femministi, secondo cui la scelta presa dalla Regione è punitiva nei confronti delle donne che vogliono abortire, e rappresenta un insensato ritorno al passato, oltre a essere in contrasto con l’esigenza di ridurre gli accessi negli ospedali in questa seconda fase della pandemia. È stata creata una petizione online, e domenica è prevista una manifestazione in piazza IV Novembre a Perugia.
La presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, del centro-destra, dal canto suo, ha detto di aver agito nell’interesse della tutela della salute delle donne, nonostante abbia ammesso di non avere dati scientifici a supporto. Nel frattempo, movimenti ed esponenti politici contro la libertà di scelta hanno festeggiato la decisione … leggi tutto
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