Così l’Heritage Foundation alimenta il conservatorismo anti ucraino (ilfoglio.it)

di PAOLA PEDUZZI

Il centro studi americano che dà numeri 
contro Kyiv ai repubblicani. 

Perché questa non è “la guerra di Biden”

Milano. Volodymyr Zelensky è isolato, gli alleati dell’Ucraina sono insofferenti, l’unità del sostegno a Kyiv si sta sfaldando: il dibattito internazionale nelle ultime settimane si è articolato attorno a questa ennesima stanchezza nei confronti della guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina.

Ad alimentarlo non sono i paesi e i governi che più si stanno spendendo per aiutare l’Ucraina: uno dei motori più potenti è rappresentato dal mondo conservatore americano e in particolare da uno dei suoi centri studi più influenti, l’Heritage Foundation, la cui autorevolezza si era cementata durante la presidenza Reagan.

Oggi questo pensatoio di Washington è tra i principali sabotatori dell’impegno americano a sostegno di Kyiv: quella che era la necessaria difesa della libertà ucraina e dell’occidente è diventata “la guerra di Biden”.  C’è un numero che ricorre spesso tra i repubblicani contrari agli aiuti all’Ucraina – esponenti politici di primo piano, candidati alle primarie del 2024; gli elettori repubblicani sono, secondo le rilevazioni, stanchi del conflitto ma meno riluttanti dei loro leader – ed è: 900 dollari.

Il numero è stato messo in circolo dall’Heritage Foundation che sostiene che questo sia il costo finora sostenuto da ogni cittadino americano per difendere l’Ucraina.

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