Il ragioniere
Ecco perché serve uno stop totale
Le preoccupazioni del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Economia per la situazione dei conti pubblici sono ampiamente giustificate, anzi semmai sono troppo poco enfatizzate. Prima o poi la riduzione dei bonus edilizi (probabilmente non sufficientemente incisiva) si farà sentire il suo effetto sulla crescita “drogata” degli ultimi due anni. Prima o poi i finanziamenti del PNNR dovranno essere impiegati e non potranno essere più utilizzati come un bancomat a copertura di altre spese.
Prima e poi le spese per gli stipendi della pubblica amministrazione dovranno essere adeguate all’inflazione. Sono oltre 350 miliardi. Mancheranno all’appello diverse decine di miliardi! Prima o poi la stretta monetaria della BCE porterà a una visibile recessione economica (con minori entrate fiscali), e produrrà l’atteso effetto della riduzione dell’inflazione, ma allo stesso tempo alla minor svalutazione del debito pubblico.
L’incertezza su questi eventi molto probabili è solo la tempistica. Il “quando”, non il “se”. Quando si realizzeranno, le difficoltà attuali per la finanza pubblica sembreranno un gioco da ragazzi. È quindi quasi superfluo osservare che serve avviare da subito un organizzato, strutturato e omnicomprensivo progetto di revisione della spesa. Il primo articolo nella lista dovrebbe essere la totale cessazione, non solo riduzione, dei bonus edilizi, non presenti in quasi nessun altro paese.
Un malato di cuore dovrebbe dire addio alle sigarette, non solo ridurne le quantità. In questo contesto stride la rivendicazione dell’ex Presidente del Consiglio Conte dell’effetto positivo che i bonus edilizi hanno avuto sulla crescita. Esattamente come stona l’evocazione sentimentale degli anni 80’ da parte di un noto esponente politico del passato spesso presente nei talk show.
È vero: l’Italia cresceva in quegli anni con un ritmo superiore al resto dell’Europa. Peccato che per ottenere questo bel risultato il debito pubblico sia passato in poco più di un decennio dal 60% del PIL a oltre il 120%. Spensieratezza e superficialità che hanno ipotecato il futuro del paese.
Non sappiamo quale sarà il costo definitivo dei bonus edilizi irresponsabilmente ampliati dal governo Conte. Siamo già oltre i 150 miliardi ed è ipotizzabile che si arriverà vicino ai 200 miliardi. Ecco perché serve uno stop totale.
Rispetto ai fasti degli anni ’80, l’operazione di Conte, sotto le mentite spoglie della transizione ecologica (meno del 3% degli immobili coinvolti), e del ruolo speciale del comparto delle costruzioni nell’economia (alimentare e turismo più importanti), ha un enorme aggravante. Non distribuisce soldi a tutti in modo uniforme, ma soprattutto ai ricchi.
Ed è bene che chi vede in Conte l’alfiere dei più bisognosi dello Stato, sapesse che l’intervento del quale lui è cosi fiero sia il più scandaloso sperpero di centinaia di miliardi a danno dei meno fortunati mai perpetuato nella storia della Repubblica.