Immigrati, la sinistra dice e si smentisce (italiaoggi.it)

di Marino Longoni

«Saremo noi a decidere chi viene in Europa e 
non i trafficanti», 

ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen a Lampedusa, domenica scorsa, dando concretezza a questa affermazione di principio elencando un piano in dieci punti. Tra questi i più significativi sono il rimpatrio dei migranti che arrivano illegalmente in Europa, la sorveglianza navale e aerea, l’implementazione del memorandum di intesa con la Tunisia.

Sarebbe bello crederci. Ma la realtà dei fatti parla un’altra lingua. Infatti, tutti i dieci punti proposti dal presidente della Commissione europea sono stati già sperimentati o almeno ipotizzati dai diversi governi italiani negli anni passati, senza grandi risultati.

Come rimpatriare il milione e mezzo di migranti che sono approdati in Italia l’anno scorso (+64% rispetto al 2021)? Impossibile, sia dal punto di vista giuridico che economico. E la sorveglianza navale o aerea, che farà quando incontrerà una barca di migranti illegali? Li affonda? Li riporta al molo di partenza? Più facile a dirsi che a farsi.

Implementare il memorandum con la Tunisia? Certo, lo stesso memorandum che, ha ricordato Giorgia Meloni, è stato boicottato dalla sinistra europea con la lettera di Borrell e gli appelli dei socialisti europei, sul presupposto che nessuno dei Paesi del Nordafrica è uno Stato sicuro con il quale è possibile accordarsi per fermare le partenze o per rimpatriare gli immigrati illegali.

In sostanza, per la sinistra l’immigrazione illegale di massa non si può e non si deve fermare. Anzi, sono in molti (a partire da Papa Francesco) a sostenere un vero e proprio diritto all’immigrazione. Dimenticando però che, senza la capacità di controllare le proprie frontiere, nessuno Stato può evitare di precipitare nell’anarchia.

È evidente che non c’è azione di contrasto all’immigrazione che può sperare di essere efficace fino a quando l’Europa sarà vittima di questa schizofrenia che, da una parte, proclama il proprio diritto di difendere i confini e dall’altra vorrebbe mostrarsi inclusiva, accogliente, pacifica. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, o si rinuncia ad essere politicamente corretti o si rinuncia al controllo delle frontiere (e, nel lungo periodo, anche allo Stato di diritto).

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