di Matteo Renzi
È impazzito il mondo?
Nessuno ha davvero il coraggio di affrontare il nuovo disordine globale: le potenze si sfidano, ma intanto l’Europa gioca ma non tocca palla e l’Italia è in panchina. In questo caos, c’è solo una cosa che manca e che servirebbe: una politica riformista.
Mettiamole tutte in fila o quantomeno proviamoci. Zelensky e Lavrov se le danno di santa ragione al Palazzo di Vetro, la Polonia annuncia a sorpresa (a sorpresa? Mah) lo stop all’invio di armi in Ucraina, l’Azerbaijan bombarda l’Armenia nel Nagorno-Karabakh, in Africa non si contano più tutti i colpi di stato degli ultimi mesi.
L’India va sulla Luna, la Cina punta Taiwan, il Giappone si riarma pesantemente, l’intelligenza artificiale riscrive le regole dell’education e della organizzazione aziendale, l’Europa non fa più figli ma si preoccupa per qualche migliaio di migranti e non capisce che se continua così nel giro di qualche lustro arriveremo a pregare gli stranieri di venire a vivere in Europa.
È impazzito il mondo? No. È solo (si fa per dire) il nuovo disordine globale. Quello che nessuno ha il coraggio di affrontare davvero. Perché ciò che sta succedendo mentre noi ci mettiamo i like alle bagatelle è che le potenze si sfidano, l’Europa gioca ma non tocca palla, l’Italia è in panchina.
Del resto abbiamo un vicepremier che difende la Le Pen e la fa ospite straniero a Pontida esattamente come Pippo Baudo ospitava i Queen a Sanremo nel 1984 (purtroppo Freddie Mercury ci ha lasciato troppo presto e non può querelare per l’accostamento). Portare Le Pen a Pontida in questi giorni significa dire ai francesi: noi con voi non vogliamo nessun accordo. Farlo quando abbiamo bisogno di Parigi sui migranti, sul patto di stabilità, sul futuro dell’Europa non sembra un’idea da Premio Nobel.
Abbiamo una Premier che nei giorni dell’Assemblea ONU va per pizzerie e spiega che tanto lei ha un ottimo rapporto con Biden. Quindi non importa che vada al ricevimento del Presidente: meglio una Margherita in famiglia delle tartine di Joe.
Pensare che si difenda l’interesse nazionale ingerendo carboidrati e non organizzando bilaterali è una forma di patriottismo inattesa, l’avrà pensata Lollobrigida. Nel frattempo però gli alleati di Fratelli d’Italia – i cugini di Ungheria di Orban e compagnia cantante – ci bocciano la proposta di gestione europea dell’immigrazione. E siamo soli. Soli.
Al punto che a Lampedusa non ci vanno le navi europee ma purtroppo ci va Conte. Quello che dà a tutti lezioni su che cosa sia la sinistra ma nel frattempo ha firmato il decreto Salvini sull’immigrazione. Conte sta alla sinistra come il leader della Lega sta alle ONG. Eppure c’è chi finge di crederci, ancora oggi.
La Schlein sogna il campo largo con chi ha fatto i decreti sicurezza. Forza Italia certifica la propria fine politica ritirando gli emendamenti garantisti alla Camera: se il partito che fu di Berlusconi molla sulla giustizia, quale bandiera può rimanergli in mano? Il Monza?
In questo caos c’è solo una cosa che manca più dei taxi a Termini e del buongusto in televisione: una politica riformista.