1. Non basta avere successo
La morte prematura di Tommaso Labranca (1962 – 2016) ha privato la cultura italiana di uno dei suoi protagonisti più originali, e al contempo più marginali. Labranca era figura di culto per quanti avevano incontrato anche solo un lato della sua produzione abbondantissima e multiforme; ma dopo aver assaggiato la celebrità verso la fine degli anni Novanta, all’epoca della collaborazione come autore televisivo con Fabio Fazio (Anima mia, Ultimo valzer), il suo carattere difficile (litigava con tutti) e la sua intransigenza intellettuale lo condannarono a rientrare in una relativa oscurità, e in quell’indigenza da cui in fin dei conti non era mai uscito.
Anche la sua morte ha tratti di contraddizione e mistero: infarto? suicidio? indigestione d’anguria? o semplice rassegnazione alla fine? Ora Claudio Giunta, con questo libro lucido e appassionato, contribuisce – si spera – a sottrarre alle tenebre la vita e l’opera (giusta il sottotitolo) di un autore i cui fallimenti sono non meno significativi dei suoi successi.
Quella di Giunta non è una biografia pura, e si muove con delicatezza attorno alla vita dell’uomo; se le verifiche illuminano tanti tratti del suo percorso, si può dire che altrettanti siano destinati a restare opachi. Giunta è studioso di letteratura medievale, abituato nel suo mestiere accademico a lavorare su fonti scritte; un oggetto d’indagine contemporaneo (anche se non vivente) significa invece attingere in ampia misura alle testimonianze orali di chi l’ha conosciuto.
Da queste, i lati sgradevoli della persona appaiono altrettanto chiaramente dei tratti di vera e affettuosa umanità … leggi tutto