Mio nonno era laureato in Scienze Coloniali all’Orientale di Napoli.
Da giovane era rimasto colpito dalla lettura del Corano e dalle storie impregnate di esotismo che raccontavano dell’Africa e del Medio Oriente. Quando lo raccontai alla professoressa del corso di Storia del colonialismo e della decolonizzazione, nella stessa università da lui frequentata, la prof. si illuminò e mi chiese di invitarlo per un’intervista.
Mio nonno aveva studiato l’arabo e il berbero negli anni Quaranta del Novecento, e proprio questa facoltà (che fortunatamente è stata soppressa tanto tempo fa) veniva utilizzata per creare la nuova classe dirigente che avrebbe dovuto amministrare le colonie africane.
Quando gli chiedevo di raccontarmi il suo percorso universitario era sempre reticente e amareggiato, come se si sentisse carnefice pur non avendo avuto a che fare direttamente con i crimini coloniali. Non era mai partito per l’Africa, e aveva perso una buona parte dei volumi di grammatica araba e berbera durante la seconda guerra mondiale, guerra che lo aveva portato in Russia e dalla quale era tornato a piedi.
Frequentava le librerie di Port’Alba per cercare di ricostruire la sua biblioteca di testi antichi, rammaricandosi di trovare solo nuove grammatiche di autori a lui sconosciuti … leggi tutto