Non è vero che il governo ha azzerato i rave party (pagellapolitica.it)

di DAVIDE LEO

Salvini esalta i risultati del nuovo reato 
introdotto dal governo, 

ma negli ultimi 12 mesi raduni illegali sono stati organizzati in varie parti d’Italia

Il 25 ottobre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha condiviso sui social network una grafica con la scritta: “In un anno azzerati i rave illegali”. «Bene così, dalle parole ai fatti contro illegalità, droga e degrado», ha scritto il leader della Lega, facendo riferimento a un articolo del quotidiano Libero.

Il giorno prima anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove (Fratelli d’Italia) ha rivendicato un risultato simile: «Eravamo maglia nera di tutta Europa», «meta europea di sballoni che invadevano terreni» ha scritto Delmastro sui social network, affermando di non ricordare più «un solo rave party» da quando è entrato in carica il governo Meloni.

Al netto della memoria di Delmastro e dell’ottimismo di Salvini, nel 2023 in Italia si sono tenuti diversi rave party illegali, da Nord a Sud.

Il primo decreto del governo

Il governo Meloni è intervenuto sui rave party con il suo primo decreto-legge, approvato il 31 ottobre 2022. In quei giorni uno degli argomenti più discussi era un raduno musicale illegale organizzato in un capannone vicino Modena, in Emilia-Romagna, che le forze di polizia stavano sgomberando a causa dell’elevato numero di partecipanti. Il governo, insediatosi da pochi giorni, aveva così deciso di introdurre un nuovo reato per punire «l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui» da parte di organizzatori di raduni musicali, da cui possono derivare «concreti pericoli» per la salute o l’incolumità pubblica.

Le pene per questo reato vanno dalla reclusione tra i tre e i sei anni alla multa tra i mille e i 10 mila euro. In base alle verifiche di Pagella Politica, attualmente nessuno degli altri quattro grandi Paesi europei (Francia, Regno Unito, Germania e Spagna) prevede pene così dure come quelle introdotte dal governo Meloni.

La severità di queste pene era stata criticata da vari esponenti dei partiti dell’opposizione, ma era stata difesa da membri del governo come il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che aveva definito l’Italia «il Bengodi dove vengono a fare i rave da tutta Europa». Anche il sottosegretario Delmastro, nel suo post del 24 ottobre, ha insistito sul primato italiano di rave party organizzati, scrivendo che in questo ambito l’Italia era «maglia nera di tutta Europa».

Vista la natura illegale del fenomeno non esistono statistiche ufficiali a livello europeo su dove siano più frequenti e partecipati i rave party, ma è certo che eventi di questo tipo sono organizzati – e a volte sgomberati – in tutta Europa. A dire il vero, rave party illegali sono continuati a essere organizzati durante il 2023 in Italia, nonostante quanto sostenuto da Salvini e Delmastro.

I rave party nel 2023

Secondo le ricerche di Pagella Politica, rave party illegali sono stati organizzati in varie parti del Paese negli ultimi 12 mesi, da quando cioè è stato introdotto il nuovo reato. Per fare qualche esempio, nei primi mesi dell’anno a Roma sono stati organizzati almeno tre «rave party illegali», come li hanno definiti proprio alcuni consiglieri municipali di Fratelli d’Italia. A maggio, in provincia di Monza, si è tenuto un rave party all’interno di un cinema multisala abbandonato.

Durante l’estate fonti stampa hanno dato notizia di rave party illegali organizzati in Emilia-Romagna, in Lombardia, in Veneto e in provincia di Avellino, in Campania, dove due agenti di polizia impegnati nei controlli sono stati investiti. A ottobre invece, pochi giorni prima che Salvini e Delmastro parlassero di «rave azzerati», a Monza è stato scoperto un rave party illegale in un capannone.

Bisogna considerare che questi sono solo i rave party “scoperti”: è verosimile pensare che altri raduni illegali di questo tipo siano stati organizzati senza che le forze di polizia o la stampa ne venissero a conoscenza.

A oggi non sono disponibili statistiche ufficiali per valutare che impatto ha avuto l’introduzione del nuovo reato sulla frequenza dei rave party. È possibile, ma non certo, che un calo possa esserci stato, ma come abbiamo documentato parlare di «azzeramento» è sbagliato.

Abbiamo contattato il Ministero dell’Interno per sapere se ha numeri a riguardo, ma al momento della pubblicazione di questo articolo siamo in attesa di una risposta.

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