Il microbiologo e senatore Pd: perché si interessa a lei e non alle altre?
Andrea Crisanti, microbiologo e senatore del Partito Democratico, oggi su La Stampa parla del caso di Indi Gregory. I giudici britannici hanno deciso che la ragazzina affetta da sindrome da deplezione mitocondriale non può lasciare il Regno Unito. Lunedì le macchine che la tengono in vita verranno staccate.
Mentre Giorgia Meloni ha scritto al premier Sunak invocando la Convenzione dell’Aja. Crisanti spiega che i geni di Indi hanno delle anomalie che ne compromettono il funzionamento. A causa di questo, «giorno dopo giorno i muscoli, fegato e il cervello subiscono un inesorabile e inarrestabile deterioramento. Non esiste oggi una terapia per questa malattia».
I genitori
Poi Crisanti parla del padre Dean e della madre Claire: «Non si può non essere dalla loro parte, non si può fare a meno di immedesimarsi, manifestare empatia e solidarizzare nello sforzo di tenere in vita la loro bambina». Ma, aggiunge il professore, «il Regno Unito è la patria dell’Habeas corpus che ha insegnato a tutti noi il valore delle libertà individuali e della sacralità e del rispetto della inviolabilità della persona.
Il Regno Unito è anche il Paese dove sono state inventate la genetica medica e la terapia genica. I medici e scienziati inglesi si sono prodigati per otto mesi fin dalla nascita della piccola Indi per darle una possibilità di vita. Terminate le opzioni hanno ritenuto che continuare le cure avrebbe causato inutili sofferenze alla malata e hanno proposto ai genitori la sospensione delle terapie di supporto».
La decisione di Meloni
In questa ottica, spiega Crisanti, la decisione del governo Meloni di offrire la cittadinanza italiana a Indi Gregory per farle ottenere le cure «non ha quindi nessuna base scientifica, ma lusinga la sensibilità sociale sul piano della sacralità della vita, valore comune e condiviso da tutti per suscitare empatia e consenso. Demagogia e cinismo si combinano nell’offrire false speranze a genitori disperati».
Infine, la conclusione: «Come cittadino mi chiedo quale sia il criterio che ha indotto la nostra Presidente del Consiglio a interessarsi a Indi e non ad altri o altre. L’avvocato italiano della famiglia di Indi, ex senatore della attuale maggioranza, ha sicuramente accesso all’orecchio del Presidente del Consiglio. Chi non ha questo privilegio cosa fa? Noi cittadini non abbiamo bisogno del regalo del Principe, non chiediamo privilegi, ci contentiamo che ci siano regole uguali per tutti per accedere alle cure. Unica garanzia di equità per chi è lontano dai centri del potere, per chi non ha raccomandazioni, per chi fa solo affidamento sulla propria condizione di semplice cittadino e cittadina».