di Nuccio Fava
Contava soprattutto attaccare a schiena bassa Conte. Emergeva il tradizionale spirito di rivalsa della destra, che spinge a considerare l’interlocutore sempre come il nemico.
Non è solo la politica ad essere stucchevole, inconcludente e incapace ad affrontare adeguatamente la terribile tragedia della pandemia tutt’altro che avviata al superamento e che proprio negli Usa e in Brasile vive le situazioni più tragiche. Influiscono pesantemente – su scala globale – anche fenomeni sociali, economici e culturali che sarebbe stato velleitario immaginare venissero anche solo marginalmente affrontati nei comizi di Piazza del Popolo.
Contava soprattutto attaccare a schiena bassa Conte e la sua traballante maggioranza, senza indicare però una qualche concreta e valida proposta. Emergeva il tradizionale spirito di rivalsa della destra, che spinge a considerare l’interlocutore sempre come il nemico.
La leader dei Fratelli d’Italia ha paradossalmente abusato di una famosa formulazione espressa a suo tempo da Pier Paolo Pasolini. La Meloni ha parlato sfrontatamente di “popolo contrapposto al palazzo”, esclusivamente preoccupato solo di posti e prebende. Soprattutto invocando il grande valore della libertà che sarebbe negato con l’ostinato rifiuto di andare alle elezioni anticipate.
Anche gli altri esponenti del centro destra hanno in sostanza ribadito, in perfetto stile populista, lo stesso slogan chiedendo a Conte e ai partiti della sua maggioranza di lasciare libero il campo e di accumunare alle elezioni amministrative e al referendum anche il rinnovo del parlamento … leggi tutto