di Gianni Pardo
Entro la fine dell'anno i fondi per l'aiuto all'Ucraina finiranno, a meno che il Congresso non approvi nuovi stanziamenti.
Questo insignificante risparmio (per il pil statunitense) metterebbe in ginocchio Kiev ancor più di quanto già non sia; forse fino al crollo. Ma naturalmente nessuno può dare consigli al Congresso statunitense.
Essendo l’organo eletto dal popolo per prendere queste decisioni, dovrebbe essere paradigmatico che esso adotterà quelle che meglio corrispondono agli interessi del Paese. Ma siamo sicuri che stavolta a Washington vedano chiaro?
Il primo interesse del bonus pater familias è quello di rispettare i vincoli di bilancio, ma non è certo che il risparmio debba prevalere sulla necessità di salvare il figlio con una costosa operazione chirurgica.
È vero che l’America risparmierà qualcosa, se smette di aiutare l’Ucraina, ma siamo sicuri che, tenendo conto del futuro, questo piccolo egoismo non si risolva in un catastrofico aumento di spese, per esempio se gli Stati Uniti fossero coinvolti in una vera guerra?
Se gli Stati Uniti – e l’Europa Occidentale, che in questo campo è più colpevole di loro – permetteranno che la Russia inglobi l’Ucraina, permetteranno poi, per ipotesi, che si riprenda la Polonia, gli Stati Baltici, la Romania, la Bulgaria…?
E se ad un certo punto gli Stati Uniti (l’Europa no, nel frattempo se la sarà fatta sotto) vorranno dire Basta!, quanto gli costerà? Tutto quanto qui detto è piano ed evidente: ma quando mai l’evidenza è riuscita a frenare gli uomini sull’orlo dell’abisso?
Pensate a quanto debba aver sofferto Winston Churchill durante i giorni della Conferenza di Monaco. Quanta stupidità era necessaria per credere che, cedendo a un prepotente, costui poi non sarebbe più stato un prepotente? La storia ci ha già perdonato una volta, pensate se Hitler avesse ottenuto la bomba atomica.
Speriamo ci perdoni ancora.