Il trionfo di Sangiuliano (corriere.it)

di Massimo Gramellini

Il caffè

Il trionfo di Sangiuliano

Ministro Sangiuliano, leggo che il suo legale avrebbe diffidato il programma satirico «Un giorno da pecora» dal continuare a prenderla in giro. Spero si tratti di uno scherzo dei conduttori Geppi Cucciari e Giorgio Lauro che, tra l’altro, vanno in onda sull’ultima emittente dove un ministro dovrebbe pensare di mettere becco: quella controllata dal governo.

Se ho capito bene, non li accusa di averla diffamata, attribuendole reati o anche solo innocenti fermate a richiesta di un treno. No, semplicemente non sopporta che si sorrida di lei in pubblico, facendola passare per ignorante. Lo trova lesivo della sua dignità di ministro della Cultura e perciò meritevole di una diffida che, in base alle leggi inesorabili della satira, si è già tramutata in spunto per nuovi sfottò.

La capisco. Succede a tutti di ritrovarsi a convivere con una nomea immeritata a causa di qualche episodio sfortunato (ricorda quando al premio Strega ammise di non avere letto i libri che aveva votato?). Ma i personaggi pubblici hanno meno diritto di lamentarsi degli altri. Non ho bisogno di ricordarlo proprio a lei che ha studiato: nell’antica Roma i condottieri vittoriosi venivano canzonati durante i trionfi per evitare che si montassero troppo la testa.

Mi dirà che in Italia certi potenti non vengono presi in giro nemmeno quando se lo meritano. Ha ragione, ma allora forse è questo che le dà fastidio: di non essere considerato abbastanza potente.

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