Mes, l’Italia dice no: conseguenze per l’Europa (ilsole24ore.com)

di Gianni Trovati

La bocciatura

L’Aula della Camera ha respinto il trattato sul Mes, con 72 voti a favore, 184 contrari e 44 astenuti. Il centrodestra si è spaccato, con Lega e Fdi contrari e Forza Italia astenuta. L’Italia è l’unico Paese europeo a non aver ratificato il Mes. Fonti Chigi: ora riflessione su modifiche al Mes più utili

L’Aula della Camera ha respinto il trattato sul Mes. I voti a favore sono stati 72, 184 i contrari, 44 gli astenuti, bocciando il primo articolo del testo. Hanno votato a favore della ratifica i deputati del Pd, Iv e Azione. Contro hanno votato Fdi, Lega e M5S. Ad astenersi sono stati i deputati di FI, Avs e Noi Moderati. Il centrodestra si è dunque spaccato. «Pur nel pieno rispetto delle deliberazioni parlamentari, mi rammarico per l’esito» ha commentato il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe.

Dopo lunga melina dunque la maggioranza ha scoperto le carte sul no alla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. All’esito di trattative febbrili tra chi, come la Lega e larga parte di FdI, vede il Salva Stati come fumo negli occhi e chi invece, a partire da Forza Italia, teme l’isolamento in Europa per la mancata ratifica, il presidente della Commissione Bilancio della Camera Giuseppe Mangialavori (Fi) si è presentato in mattinata con un testo di poche righe per sostenere che il Mes è carente sul piano dei controlli parlamentari e che di conseguenza la commissione esprime parere contrario al disegno di legge di ratifica presentato da Luigi Marattin (Iv).

La votazione della Commissione ha poi confermato le divisioni nella maggioranza: Lega e Fdi hanno votato in favore del parere contrario al Mes mentre Forza Italia si è astenuta. E la Commissione bilancio della Camera ha certificato il no dell’Italia al Mes.

La palla è poi passata all’aula della Camera, che nel dire no alla ratifica, ha confermato le divergenze nella maggioranza di centrodestra. Prima del voto, infatti, Fi ha annunciato che si sarebbe astenuta.

Niente ratifica

L’Italia, quindi, è, unica in Europa, a far saltare il banco di una riforma che è stata già da tempo ratificata da tutti gli altri Stati membri. L’accelerazione franco-tedesca sulla riforma del Patto di stabilità, siglata ieri obtorto collo anche dal nostro Paese, del resto aveva mostrato l’insussistenza del Mes come arma da utilizzare al tavolo negoziale sulle nuove regole della governance economica.

Un nuovo fronte in Europa

Ingoiato il nuovo Patto scritto tra Berlino e Parigi, le ragioni di politica interna hanno avuto quindi il sopravvento portando Roma ad aprire un nuovo fronte nella complicata coesistenza europea; in una battaglia che ancora una volta la vede al momento isolata in Europa.

L’astensione di Fi

Il voto sancisce la spaccatura interna alla maggioranza di governo con Forza Italia che marca la sua posizione diversa dal resto del centrodestra. «Vogliamo esprimere un’astensione sulla proposta di parere contrario al Mes perché il Mes sarà un’opportunita e non un obbligo e perchè bisogna continuare con una collaborazione e un confronto continuo e costruttivo con le istituzioni europee», chiarisce il capogruppo azzurro in commissione Bilancio di Montecitorio Roberto Pella.

Salvini: la Lega non ha mai cambiato posizione

Intervenuto all’inaugurazione del ponte Leonardo Da Vinci a Sasso Marconi (Bologna), il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini ha sottolineato che «sul Mes la Lega non ha mai cambiato idea in vent’anni, è uno strumento inutile se non dannoso che porterebbe un lavoratore italiano a dover mettere dei soldi per salvare una banca tedesca. Non penso sia utile e siccome il Parlamento è sovrano, il Parlamento vota in base all’interesse nazionale italiano: i tedeschi fanno gli interessi tedeschi, noi quelli degli italiani. La posizione della Lega è sempre stata e continua a essere chiara».

L’opposizione: la maggioranza non c’è più

Dopo l’astensione di Fi, dall’opposizione tuonano contro il governo: «La maggioranza non c’è più, il Governo non sta in piedi». A sottolineare la spaccatura del centrodestra sono in particolare Piero De Luca del Pd e Luigi Marattin di Italia Viva, i due proponenti del Ddl di ratifica del Mes.

Fonti Chigi: ora riflessione su modifiche al Mes più utili

Il Governo, che si era rimesso al Parlamento, prende atto del voto dell’Aula di Montecitorio sulla scelta di non ratificare la modifica al trattato Mes. Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi, sottolineando che «si tratta di un’integrazione di relativo interesse e attualità per l’Italia, visto che come elemento principale prevede l’estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente. In ogni caso – continuano le stesse fonti – il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria. La scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica può essere l’occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all’intera Eurozona».

Eurogruppo: rammarico per la decisione di Roma sul Mes

“Ho preso atto del voto espresso oggi dal Parlamento italiano in merito alla ratifica del trattato del Mes. Pur nel pieno rispetto delle deliberazioni parlamentari, mi rammarico per l’esito” afferma il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe. “L’Italia rimane l’unico Paese che blocca la finalizzazione di una riforma su cui tutti ci siamo impegnati nel 2021”, ricorda Donohoe, evidenziando che si tratta di “un elemento chiave della rete di sicurezza comune nell’Eurozona, a vantaggio di tutti i Paesi membri”. “Continuerò il mio impegno a riguardo con le autorità italiane nei prossimi mesi”, aggiunge il presidente dell’Eurogruppo.

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