Attraversano il Messico alla vigilia dell'incontro Blinken-Obrador
L’esodo di Natale. Una carovana di migranti provenienti dall’America Centrale, dal Venezuela, da Cuba e da altri Paesi si dirige verso il confine con gli Stati Uniti. Il corteo è arrivato ieri in Messico pochi giorni prima della visita del Segretario di Stato Antony Blinken, che dovrà definire nuovi accordi con il presidente Lopez Obrador per controllare l’ondata di migranti che cercano di entrare negli Stati Uniti.
Il corteo conta almeno ottomila persone, è il più grande da almeno un anno: molte famiglie con bambini piccoli, in marcia dietro a uno striscione che proclama “Exodo de la pobreza”, esodo della povertà. Gli sforzi congiunti di Joe Biden e Obrador per bloccare i migranti sembrano inutili, e intanto il tema sta diventando sempre più oggetto di propaganda nella campagna elettorale per le presidenziali del 2024, spingendo l’amministrazione Biden ad abbandonare le sue iniziali posizioni più tolleranti, e a cercare soluzioni più aspre.
Il corteo di Natale è partito dalla città di Tapachula, vicino al confine sud del Messico con il Guatemala. Le forze di sicurezza messicane sono state a guardare: in passato le autorità messicane hanno aspettato che i partecipanti a simili caravane migratorie di massa si stancassero, offrendo loro una forma di status legale temporaneo, che molti usano non per fermarsi in Messico ma per continuare il viaggio verso nord.
Nel corteo c’è chi fugge dalla povertà, chi dalla violenza delle gang, o dalla violenza domestica.
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, arriverà a Mexico City il 27 dicembre per incontrare Andres Manuel Lopez Obrador assieme al segretario alla Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Alejandro Mayorkas, e alla consigliera della Casa Bianca per la sicurezza nazionale Liz Sherwood-Randall.
Al confine sud degli Stati uniti sono state bloccate sia nel 2022 che nel 2023 oltre due milioni di persone. Solo nel settembre 2023, secondo le cifre della Homeland Security, le guardie di frontiera (US Border Patrol) hanno bloccato oltre 200.000 persone.
Un reportage di CBS alla frontiera fra Texas e Messico descriveva così la situazione all’alba di un giorno della settimana scorsa: “Di fronte a una barriera di filo spinato e al fiume Rio Grande, alle 6:30 c’erano dozzine di migranti, anche con bambini piccoli e neonati, che supplicavano il personale della Guardie nazionale del Texas di lasciarli passare.
Le urla dei migranti, i pianti dei bambini superavano gli ordini delle guardie armate di fucili, che in pessimo spagnolo puntando le torce verso il fiume urlavano che dovevano tornare indietro, ‘attraversare qui è illegale’. Un ragazzo urlava, si era tagliato col filo spinato. Altri migranti cercavano di calmare una donna il cui figlioletto aveva i vestiti impigliati nel filo.
La Guardia nazionale, che ha istruzioni di intervenire solo in casi di vita o di morte, poteva solo guardare. Poco per volta, i migranti hanno passato la barriera. Le guardie, che non sono autorizzate ad agire in base alla legge federale, hanno solo potuto dire loro di seguire una via sterrata, in teoria per essere accolti ed esaminati dagli agenti della Border Patrol, le pattuglie di frontiera, che però non si vedevano da nessuna parte”.
(Esodo della povertà, il corteo dei migranti che attraversa il Messico, 24 dicembre 2025 / Reuters (footage)