Il principio di realtà rifiutato (corriere.it)

di Paolo Mieli

Non esiste ormai più un solo punto su cui 
qualcuno nella maggioranza si attenga al 
principio di realtà

La vicenda del ponte di Genova e del rapporto con la famiglia Benetton ci rivela in fin dei conti soprattutto una cosa: Giuseppe Conte si sta appalesando come uno dei più straordinari illusionisti della nostra storia. Ipnotizzata la sua (peraltro consenziente) maggioranza, annuncia, dice, si contraddice, rinvia, alla fine poi ricomincia riportandoci al punto di partenza.

Non esiste ormai più un solo punto su cui qualcuno nella maggioranza si attenga al principio di realtà. Prendiamo il dibattito sugli aiuti europei (di cui, sia chiaro, dipendesse da noi faremmo richiesta all’istante). Quel che sconforta sono le argomentazioni messe in campo: tali aiuti devono essere donati e, nel caso si configurino come prestiti, va garantito che siano senza «condizionalità».

I Paesi che pretenderebbero di ridurne l’ammontare e verificare come quei soldi saranno spesi, vengono descritti come egoisti, avidi e insensibili alla causa europea. Perché insensibili? Per il fatto che — se la Comunità non ci regala quei soldi all’istante o non ce li presta alla maniera che noi pretendiamo — noi non faremo nulla per impedire che vada a monte l’intera costruzione europea.

Conta poco che noi quei soldi non sappiamo neanche bene come spenderli. E che probabilmente una parte li butteremo via. L’importante è prenderli. Fino a quando? All’infinito? … leggi tutto

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