Gli elementi contrastanti
Il bilancio di esercizio relativo al 2022 ha mostrato elementi contrastanti: come si spiega la discrepanza?
Come sarà il 2024 per SEIF? Scritta così sembra piuttosto oscura, ma mi sto banalmente riferendo alla Società Editoriale Il Fatto (SEIF per l’appunto), società quotata presso il segmento AIM della Borsa Italiana, la quale controlla Il Fatto Quotidiano, e altre attività collegate allo stesso. Ricordiamoci che al suo debutto, avvenuto nel settembre del 2009, e negli anni immediatamente successivi, il giornale ottenne un successo notevole, ben al di sopra delle aspettative dei suoi fondatori.
Forse erano altri tempi, ma il giornale aveva una collocazione molto diversa dagli altri quotidiani, esplicitamente connotata nella direzione del “dare le notizie senza sconti”.
Fatto Quotidiano, l’ingresso in borsa nel 2019 e il crollo del 62%
Nel marzo del 2019 la società SEIF fece il suo ingresso nella Borsa Italiana, con una valorizzazione iniziale di 18 milioni di euro. A oggi siamo a una quotazione molto più bassa, cioè all’incirca 6,8 milioni di euro. Tanto per intenderci, stiamo parlando di un calo di più del 62%, tenendo presente il fatto ulteriore che il volume medio giornaliero delle azioni scambiate è di 28mila circa. Alla quotazione di 0,3 euro per azione (la quotazione di ieri alle 16 circa) stiamo parlando di una media di 8400 euro di controvalore giornaliero, cioè – a uso e consumo di chi ama la politica – all’incirca un terzo dei redditi di Giuseppe Conte nel 2022.
Per chi invece ama la finanza, 8400 euro di controvalore giornaliero corrispondono all’uno per mille circa rispetto al valore totale di SEIF. Riprendendo la famosa metafora dell’investitore Benjamin Graham su Mr. Market che – come socio collettivo di ogni società quotata in borsa – minuto per minuto offre un prezzo per comprare e per vendere le azioni, nel caso di SEIF il Mr. Market odierno sembra molto più pessimista del Mr. Market del settembre 2019, ma è soprattutto una voce minuscola, appunto perché “vota” sul valore delle azioni in misura pari allo 0,1% del valore totale della società stessa.
Che succederebbe a tale quotazione se moltissimi volessero comprare o moltissimi volessero vendere? Un volume di scambi così basso corrisponde a una situazione in cui pochissimi comprano e pochissimi vendono. Per quanto possiamo prescindere da meccanismi inerziali nelle quotazioni (si compra un’azione perché nel periodo precedente è salita e si spera che la tendenza continui, la si vende perché nel periodo precedente è scesa e si teme che il calo prosegua), l’andamento dei titoli azionari dovrebbe essere connesso alla capacità di produrre utili nel futuro.
Quindi, anche nel caso di SEIF non possiamo che attendere i dati di bilancio relativi al 2023, ponendo mente al fatto che il bilancio di esercizio relativo al 2022 ha mostrato elementi contrastanti. I ricavi ordinari totali erano in peggioramento, in quanto scesi a 28 milioni di euro rispetto ai 32 milioni circa del 2021. Dal momento che i costi non sono scesi in misura corrispondente, il cosiddetto EBIT (i profitti calcolati senza togliere interessi, imposte e dividendi) era negativo nel 2022 per più di 5 milioni di euro: a ciò si contrapponeva un EBIT positivo per circa mezzo milione di euro nel 2021.
Fatto Quotidiano, il bilancio 2022 e la discrepanza
Tuttavia, l’utile netto di SEIF per il 2022 è stato positivo per 2 milioni e mezzo di euro (rispetto ai 170mila circa del 2021). Come si spiega questa discrepanza? Si tenga presente che all’incirca un anno fa (il 14 dicembre 2022) gli amministratori di SEIF hanno costituito una società separata, denominata Loft Produzioni e integralmente posseduta da SEIF, alla quale è stato attribuito il ramo d’azienda dedicato alla produzione di contenuti multimediali.
Dal momento che il ramo d’azienda era precedentemente valutato 6,4 milioni di euro, mentre la partecipazione nella nuova società venne valutata 13,3 milioni di euro, si realizzò di fatto una plusvalenza straordinaria pari a circa 7 milioni di euro.
Questa plusvalenza entrò nel conto economico del 2022 come ricavo straordinario, così da contribuire allo spostamento di SEIF nel felice territorio di un risultato netto positivo. Il lettore finanziariamente accorto potrebbe giustamente evidenziare come la relazione semestrale fornisca informazioni intermedie rispetto ai due bilanci di esercizio (2022 e 2023), così da fornirci un aggiornamento sui conti di SEIF, e in particolare sull’andamento di Loft Produzioni.
Ebbene, a pagina 7 di tale relazione, una tabella assai utile ci mostra come i ricavi al 30 giugno 2023 sono stati pari 14 milioni e mezzo di euro circa, mentre erano pari a 14,075 milioni per il primo semestre del 2022: né un crollo, né una crescita eccezionale. Dentro questi numeri complessivi, il settore media content cresce da 1,375 milioni per il 2022 a 1,694 milioni per il 2023; al contrario i ricavi pubblicitari scendono da 1,828 milioni a 1,572 milioni.
L’ardita e complicata operazione della somma ci suggerisce che l’incremento delle due componenti tra 2022 e 2023 (ricordandoci che ci riferiamo ai primi sei mesi dell’anno) è pari a ben 63mila euro, da 3,203 milioni a 3,266 milioni. In attesa del bilancio 2023, ricordatevi che il diversamente grasso Mr. Market di SEIF ogni giorno comunica i suoi prezzi, sia per chi vuole vendergli azioni che per chi da lui vuole comprarle.