di FRANCESCO D’ISA
Ogni qualvolta subisco un sopruso, trovo
sollievo nella lettura di Giordano Bruno.
Il suo atteggiamento collerico ne fa un ottimo compagno di rabbia, mentre il suo sfortunato esempio – finire sul rogo pur di non abiurare – mi spinge sempre a una maggiore diplomazia. Lo storico Michele Ciliberto, nel suo bel libro Il sapiente furore. Vita di Giordano Bruno, recentemente ripubblicato da Adelphi, descrive il filosofo come un uomo dalla cocciutaggine e il gusto per la polemica quasi patologici, con l’ovvio contraltare di un disperato coraggio, anzi, di un eroico furore, che lo mise letteralmente nella posizione di “morire per le idee”, per usare le parole del filosofo Costica Bradatan.
È un peccato che la Chiesa – tra le poche a superare Bruno in cocciutaggine – non abbia mai ammesso che dar fuoco a quest’uomo sia stato un errore (mi chiedo quando non lo sia), perché Bruno sarebbe un buon santo protettore della libertà di pensiero.
Il sapiente furore
Lungo l’intera storia del pensiero, il legame tra biografia e speculazione filosofica si è spesso rivelato determinante, ma mai come in Giordano Bruno, che guardava alla propria vita come a un dono degli dèi, in vista di un destino eccezionale … leggi tutto