di Ilaria Cicinelli & Magdalena Chodownik
Il 27 gennaio è il giorno della memoria,
per non dimenticare gli orrori dell’Olocausto e le vittime delle persecuzioni del nazismo e del fascismo. Ad Auschwitz il ricordo dei sopravvissuti rivive grazie ai loro figli. In Italia il discorso di Mattarella: riferimenti alla guerra tra Israele e Hamas
Sabato 27 gennaio si celebra il giorno della memoria, nel 79esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz. Qui più di un milione e mezzo di persone vennero uccise dai nazisti a causa della persecuzione razziale e politica e della pulizia etnica.
Istituito con una risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu il 1 novembre del 2005, il giorno della memoria serve a ricordare tutte le vittime dell’Olocausto, tra cui ebrei da tutta Europa, rom, neri europei, disabili, omosessuali e oppositori politici, nonché un considerevole numero di slavi, considerati non ariani.
Oltre sei milioni di ebrei, più di quattro milioni tra polacchi, ucraini e bielorussi, circa 3 milioni di prigionieri di guerra sovietici, 2 milioni di oppositori politici, 400mila cittadini jugoslavi, 300mila rom e 270mila disabili furono sterminate tra ghetti, campi di concentramento e nei numerosi eccidi compiuti dai nazisti in Polonia e in Unione Sovietica. Cifre approssimative che probabilmente sono molto più alte, con decine di migliaia di persone di cui si sono perse le tracce.
Il presidente Mattarella ricorda l’Olocausto e la Shoah: il riferimento alle vittime palestinesi e a quelle di Hamas
In una cerimonia al Palazzo del Quirinale alla presenza della presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e dei leader della comunità ebraica italiana, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito l’Olocausto “il più abominevole dei crimini” e ha ricordato la complicità degli italiani sotto il fascismo nella deportazione degli ebrei.
Ha detto che gli attacchi di Hamas del 7 ottobre contro Israele sono stati una macabra replica degli orrori della Shoah. Tuttavia, Mattarella ha anche espresso angoscia per il crescente numero di morti palestinesi a Gaza a causa della campagna militare di Israele e ha chiesto che i diritti umani fondamentali siano rispettati ovunque.
“Chi ha subito il vile tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sa che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato”, ha detto Mattarella.
L’anno scorso gli episodi di antisemitismo in Italia hanno raggiunto un picco senza precedenti, con 216 incidenti segnalati negli ultimi tre mesi del 2023 dopo l’attacco del 7 ottobre, rispetto ai 241 di tutto l’anno precedente, secondo l’Osservatorio sull’antisemitismo. Complessivamente, l’anno scorso sono stati segnalati 454 episodi di antisemitismo, il più grande aumento di sempre.
La condanna del fascismo e del nazismo
“I morti di Auschwitz, dispersi nel vento, ci avvertono continuamente: Il cammino dell’uomo procede su strade impervie e rischiose”, ha detto Mattarella. “Lo manifesta anche il ritorno, nel mondo, di pericolosi casi di antisemitismo: di pregiudizi che risalgono ad antichi stereotipi, rafforzati dai social media senza controllo né pudore”.
Mattarella ha anche condannato con forza i regimi nazifascisti che hanno perpetrato l’Olocausto. Tra il pubblico c’era il premier Giorgia Meloni, il cui partito Fratelli d’Italia ha radici neofasciste, ma che ha appoggiato con forza Israele e sostenuto la comunità ebraica italiana.
Non bisogna mai dimenticare che l’Italia sotto il fascismo adottò “spregevoli leggi razziste” che escludevano gli ebrei dalle scuole e dai luoghi di lavoro. Il Presidente ha definito le leggi “il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio”.
Riferendosi all’ultimo governo di Benito Mussolini nello Stato fantoccio nazista di Salò, nell’Italia settentrionale, ha aggiunto che “i membri della Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino al massacro degli ebrei”.
Mattarella ha poi citato Primo Levi, il sopravvissuto di Auschwitz nato in Italia, il cui libro di memorie Se questo è un uomo rimane un’opera classica della letteratura sull’Olocausto.