IN UNA RISOLUZIONE
Il testo contiene emendamenti che fanno esplicito riferimento all’ex presidente della Generalitat e all’amnistia, anche se entrambi i punti sono stati respinti dai socialisti e da ERC
Il Parlamento europeo ha votato questo giovedì nella sessione plenaria di Strasburgo a favore di una nuova risoluzione sulla presunta interferenza russa nelle democrazie, in cui ha invitato la Spagna a indagare sui presunti legami tra il movimento indipendentista catalano e il regime di Vladimir Putin. Inoltre, i deputati hanno sostenuto nuovi emendamenti che citano esplicitamente i presunti contatti dell’ex presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, con il Cremlino.
La risoluzione, approvata con 433 voti favorevoli e 56 contrari e non vincolante, è stata sostenuta dai gruppi di maggioranza del Parlamento europeo, ad eccezione del gruppo di sinistra e di estrema destra Identità e democrazia.
Nel nuovo testo sono stati inseriti emendamenti in cui si include esplicitamente, su richiesta dell’eurodeputato del PP, Javier Zarzalejos, che “secondo le informazioni di vari giornalisti investigativi, l’ex diplomatico russo Nikolai Sadovnikov ha incontrato l’allora leader separatista e attuale membro del Parlamento europeo Carles Puigdemont, a Barcellona, alla vigilia del referendum illegale in Catalogna nell’ottobre 2017”. L’emendamento è stato respinto da tutto il gruppo socialista e dai Verdi, tra cui il CER. Né il PNV l’ha sostenuta.
Puigdemont non è stato espressamente menzionato nella bozza di risoluzione, ma è stato infine aggiunto nella votazione finale. Inoltre, un riferimento all’amnistia è incluso in un altro emendamento promosso dal leader di Ciudadanos al Parlamento europeo, Adrián Vázquez. In particolare, include che “i rappresentanti di un gruppo di secessionisti catalani dalla Spagna che hanno mantenuto relazioni con personalità vicine al Cremlino (…) Chiedono che venga concessa loro l’amnistia per i loro presunti crimini”. Né i socialisti, né l’ERC, né il PNV l’hanno sostenuta.
Il testo chiede inoltre alle “autorità giudiziarie competenti” spagnole di indagare “sui legami degli eurodeputati presumibilmente legati al Cremlino”. In un riferimento agli eurodeputati Puigdemont e Junts, così come “i tentativi della Russia di destabilizzare e interferire nell’UE e nei suoi Stati membri”.
Gli eurodeputati mostrano la loro “estrema preoccupazione” per le presunte informazioni che collegano “i secessionisti catalani all’amministrazione russa”. Ritengono che se “l’interferenza russa in Catalogna” fosse confermata, farebbe parte di una strategia più ampia” per “promuovere la destabilizzazione interna e la disunione dell’UE”, mostrando al contempo “profonda preoccupazione” per “le campagne di disinformazione su larga scala che la Russia ha portato avanti in Catalogna”.
Allo stesso modo, il testo fa riferimento al caso Voloh che collega “l’ex presidente della Catalogna e il suo entourage alla Russia, e la cui indagine è stata recentemente estesa”. Un’indagine della Guardia Civil in cui viene analizzata la presunta sottrazione di fondi pubblici per l’organizzazione di alterchi durante il processo di indipendenza catalana e in cui sono stati successivamente rivelati i presunti contatti tra alti funzionari politici della Catalogna con rappresentanti dell’entourage del presidente russo Vladimir Putin.
Il giudice istruttore del caso Voloh, Joaquin Aguirre, del Tribunale d’istruzione numero 1 di Barcellona, ritiene che ci siano indicazioni che la Russia fosse disposta a sostenere “economicamente e militarmente” l’indipendenza della Catalogna per “destabilizzare l’Unione europea” e che sia Puigdemont che il suo entourage mantenessero “stretti rapporti” con i politici tedeschi di estrema destra. e con il regime di Putin. La dichiarazione menziona anche i giudici che stanno indagando su questi casi e “deplora” gli attacchi contro di loro.
Il testo nel suo complesso è stato sostenuto da tutti i principali gruppi del Parlamento europeo, tra cui il gruppo socialdemocratico, il Partito popolare, i Verdi, i liberali e i Conservatori e riformisti europei, dove ha sede Vox. Nel precedente dibattito su questo tema, che si è svolto martedì, la vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, ha fatto eco alle notizie di “contatti regolari e stretti” tra funzionari russi “e un gruppo di secessionisti catalani” come esempio di interferenza russa e ha chiesto l’apertura di un’indagine interna al Parlamento europeo. “È dovere di questa casa indagare su chi altro ha fatto cosa e in quali condizioni per giocare il gioco di Mosca”, ha aggiunto Schinas.
Il PP chiede al governo di chiarire “cosa nasconde” sulle relazioni di Puigdemont con la Russia
La risoluzione aggiunge anche il caso dell’eurodeputata lettone della minoranza russa, Tatjana Zdanoka, accusata di aver collaborato per almeno 10 anni con il Servizio di sicurezza federale russo, e invita anche la Lettonia e il Parlamento a indagare “a fondo e senza indugio” per determinare “sanzioni e procedure penali appropriate”.
Non è la prima volta che il Parlamento europeo si pronuncia sui presunti legami tra il movimento indipendentista catalano e la Russia. Due anni fa la plenaria del Parlamento europeo ha votato una relazione sulle ingerenze straniere.
Includeva un riferimento agli “stretti e regolari contatti tra funzionari russi e rappresentanti di un gruppo di secessionisti catalani in Spagna” e a come questi facessero parte della strategia della Russia per “destabilizzare” la democrazia nell’UE. In linea con la risoluzione votata oggi.