Disastro Urso, i dati che certificano il crollo della produzione industriale (ilriformista.it)

di Annarita Digiorgio

Il più grosso disastro del governo Meloni continua 
essere la politica industriale. 

E il peggio ministro colui che la detta: Adolfo Urso. I dati appena pubblicati dall’Istat, sull’industria a fine anno, lo certificano: il 2023 si chiude con una diminuzione della produzione industriale rispetto all’anno precedente del 2,5%.

La dinamica tendenziale dell’indice, corretto per gli effetti di calendario, è stata negativa per quasi tutti i mesi del 2023. Nella media del quarto trimestre si registra una flessione del livello della produzione dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti.

L’indice destagionalizzato mensile sul mese di dicembre è fortemente condizionato dal periodo natalizio e mostra un marcato aumento congiunturale per i beni di consumo (+3%) e una crescita più contenuta per i beni strumentali (+1,6%) e i beni intermedi (+0,8%). Viceversa, si osserva una diminuzione per l’energia (-2%).

Al netto degli effetti di calendario, a dicembre 2023 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 2,1% con i giorni lavorativi di calendario che sono stati 18 contro i 20 di dicembre 2022. A livello tendenziale, i settori di attività economica che registrano i maggiori incrementi sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+6,0%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+5,5%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,6%).

Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-10%), nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-4,5%) e nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-3,3%). Dati preoccupanti che certificano il disastro di Urso alla guida di quello che una volta era chiamato proprio ministero dell’Industria. E che ora potremmo chiamare del sottosviluppo.

E a questi dati a breve si aggiungeranno i disastri commessi sulle più grandi industrie del Paese: Ilva e Stellantis. Che oltre a mandare a picco economia e crescita, manderanno a casa migliaia di lavoratori. A cui certamente il ministro non farà mancare la cassa integrazione straordinaria.

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