Comuni contro il 5G: così l’Italia rischia il futuro, ecco perché (agendadigitale.eu)

di Federico Marini Balestra

Sulla scia dei movimento “NO 5G”, numerosi 
Comuni stanno ponendo ostacoli burocratici 
alla realizzazione delle reti mobili, vietando 
in alcuni casi l’installazione di reti nel 
proprio territorio. 

In questo contesto, è intervenuto il DL “Semplificazioni” che prevede alcune misure per facilitare la realizzazione delle reti

e mai ci fosse stato qualche dubbio sulla necessità dell’Italia di accelerare la diffusione della banda ultralarga, la pandemia di covid-19 lo ha definitivamente spazzato via: durante il lock down si sono toccati con mano i vantaggi del digitale per l’economia (che senza lo smart working avrebbe rischiato di fermarsi completamente) e per l’ambiente. E proprio per rilanciarci dopo la caduta a picco del pil nel 2020, abbiamo bisogno della leva del digitale sull’economia.

Tuttavia, per proseguire su questa china occorrono le infrastrutture abilitanti di rete, sia fisse che mobili. Queste ultime sono particolarmente importanti perché, rispetto agli altri paesi europei, l’Italia si caratterizza per la sua orografia e per il numero di “case sparse”, ossia di insediamenti abitativi di piccole dimensioni che non è remunerativo/fattibile coprire adeguatamente con reti fisse in tecnologia ultra-broadband.

Eppure, si diffonde a macchia d’olio, un movimento di contrasto al 5G, che sta portando molti Comuni italiani a vietare l’installazione delle antenne nonostante non vi siano prove scientifiche della pericolosità della tecnologia.

Vediamo quali sono i rischi che l’Italia correrebbe a causa di un ulteriore stallo nel processo di infrastrutturazione digitale e perché il decreto cosiddetto Semplificazioni rappresenta un primo passo per consentire al nostro Paese di mantenere la tradizionale leadership in questo settore … leggi tutto

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