Giustizia...
Il legale calabrese era stato accusato di corruzione in atti giudiziari per favorire la ‘ndrangheta
“Dopo anni di avvocatura, per la prima volta vivo sulla mia pelle e capisco cosa vuol dire essere processati da innocenti”. Le parole piene di sconcerto di Armando Veneto, figura storica dell’avvocatura calabrese e italiana, erano arrivate alla vigilia del processo istruito dalla Dda di Catanzaro guidata dall’allora capo della procura, Nicola Gratteri.
Oggi, a distanza di tre anni, Veneto esce pulito da quella vicenda. Pulito ma fiaccato nello spirito e nel corpo. L’accusa mossa da Gratteri era gravissima e, evidentemente, infondata: corruzione in atti giudiziari per favorire la ‘ndrangheta.
Veneto aveva provato a difendersi, a spiegare: “Di questa storia non so assolutamente nulla. Ho soltanto difeso davanti al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria Rocco Gallo, che mi aveva nominato nell’agosto del 2009 revocando un altro legale. Questa vicenda – ha aggiunto – era già stata definita con l’accertamento da parte del Tribunale di Catanzaro della mia totale estraneità a qualsiasi ipotesi di corruzione. Solo ora capisco compiutamente cosa significhi trovarsi da innocente in un processo penale in Italia”.
Oggi Veneto è stato riconosciuto innocente dalla Corte d’appello di Catanzaro. Dopo la lettura del dispositivo, i difensori dell’avvocato Veneto, Vincenzo Maiello e Beniamino Migliucci, hanno dichiarato: “Siamo soddisfatti per aver contribuito ad una decisone che ripristina la verità dei fatti”.