Che succederebbe in Italia se vincesse Trump, rimesso definitivamente in pista dalla Corte Suprema nella corsa alla Casa Bianca?
È presto per azzardare previsioni sulle elezioni americane. Le sorprese possono sempre smentire i sondaggi. Ma si possono già fare alcune considerazioni sulle ripercussioni che un’ipotesi del genere potrebbe avere nella politica italiana.
Una boccata d’ossigeno per Salvini
Chi più di tutti scommette sulla vittoria di Trump è Salvini. Non ne fa mistero. Punta sulla rielezione dell’ex presidente in nome di un “cambiamento” che, secondo gli auspici del leader leghista, dovrebbe investire anche l’Europa. In politica estera, in effetti, c’è comune sentire tra l’antieuropeismo di Trump e quello di Salvini.
I due condividono anche la freddezza verso la Nato e il sostegno all’Ucraina e paiono accomunati-con diverse motivazioni- da un orientamento tutt’altro che ostile a Putin. A questo si aggiunga la linea oltranzista contro l’immigrazione clandestina e il quadro è perfetto. Salvini accenderebbe più di un cero se Trump tornasse nella sala ovale: per lui sarebbe una boccata d’ossigeno in una fase elettorale asfittica in Italia.
Il leader leghista userebbe la sua sintonia con Trump per provare a mettere seriamente in difficoltà Giorgia Meloni che, finora, si è attestata su una rigida linea atlantista, in difesa dell’Ucraina, contro l’imperialismo di Putin e verso una visione europeista dialogante anche sul tema dei migranti. Insomma, Salvini spera che una Casa Bianca trumpiana gli dia una mano per tornare protagonista nel centrodestra.
Una sponda anti-Pd per Conte
Giuseppe Conte è più misurato di Salvini. Ma la sostanza non cambia. In politica estera i due l’hanno sempre pensata alla stessa maniera e sono più vicini a Trump che a Biden. Conte fu “benedetto” dall’allora presidente repubblicano che lo chiamò Giuseppi.
E tra i due i rapporti sono stati sempre molto buoni. Il leader dei 5S sarebbe ben lieto di avere anche lui una sponda forte a Washington, per mettere in difficoltà il Pd e provare a dettare la linea di politica estera al Pd .
Problemi per Meloni-Schlein
Meloni ha sempre sostenuto che la linea di politica estera italiana non cambia chiunque vada alla Casa Bianca. Schlein non diventerà anti-Ue, anti-Nato e filo-Putin. Ma entrambe avranno degli alleati che alzeranno la voce, faranno sgambetti, proveranno a far cambiare linea nella politica estera nella maggioranza e nell’opposizione. Sempre che Trump vinca davvero.